Bruno, professore in un liceo milanese e’ un uomo profondamente infelice che rifugge i legami con una famiglia complicata, ma l’aggravarsi della madre, malata terminale di cancro, lo costringe suo malgrado a tornare a Livorno e a confrontarsi con i ricordi del passato..
Un’opera che segna la maturita’ artistica del regista, in grado di dipingere il commovente ritratto di una donna bella ed ingenua, la cui leggerezza nei confronti della vita viene scambiata nella gretta provincia degli anni ‘70/80 per squallida propensione alla promiscuità’ sessuale.
Il sensibilissimo Bruno resta segnato dai commenti su questa madre cosi’ ingombrante e si rinchiude in se’ stesso mentre la sorellina Valeria, appena maggiorenne, sposa il suo primo amore, impedendosi di vivere altri sentimenti per sfuggire al retaggio materno.
L’acuirsi della malattia della madre costringe i due ragazzi a rivedere la figura materna, scoprendone tutto il candore e l’umanita’ negli ultimi giorni di vita.
E’ interessante notare come il tema della riscoperta della figura genitoriale nel momento della morte sia gia’ stato affrontato quest’anno nel film di Rubini, L’uomo nero, con esiti e soluzioni sicuramente diversi ma resta comunque significativo che due registi della stessa generazione decidano di affrontare lo stesso tema.
Se la prima parte de La prima cosa bella, tutta giocata sull’alternarsi del presente con i flashback del passato, risulta a volte un po’ schematica, la parte finale della morte di Anna e’ davvero un capolavoro di commedia all’italiana, dove Virzi’ rifugge il pudore di affrontare i sentimenti (la commovente ultima cantata de La prima cosa bella) osando pero’ miscelarli sapientemente con forti dosi di cinismo (l’abbandono del marito) per cui si passa dalla lacrima alla risata senza soluzione di continuita’.
Venendo al cast, Mastrandrea si conferma maestro in sottrazione ma su tutti svetta una bravissima Stefania Sandrelli; se questa pellicola doveva essere la consacrazione di Michaela Ramazzotti, la brava attrice non riesce a reggere il confronto con il mostro sacro Sandrelli: e’ sicuramente bella e molto spigliata ma a fregarla e’ lo sguardo sempre un po’ affranto che stride con la leggerezza e la gioia di vivere che la Sandrelli sa infondere negli occhi della sua Anna.
povero mastandrea, gli aggiungono tutti una r :P anche sta ramazzotti è un po' sfigata, tutte le volte le mettono accanto un'attrice meglio di lei. mi ricordo nel film precedente del virzì, tutta la vita davanti, era completamente eclissata da una isabella ragonese semplicemente fan-ta-sti-ca.
Scritto da: abteilung | 30 gennaio 2010 a 12:01