Ancora pochissimi giorni per visitare la mostra sull’emigrazione italiana d’inizio ‘900 che si tiene a Galata Museo del Mare a Genova.
Si tratta di un’ esibizione interattiva: al visitatore viene fornito biglietto d’imbarco e passaporto con i dati relativi a persone che hanno davvero compiuto la traversata atlantica in cerca di fortuna e poteva anche capitare in sorte di vestire i panni di Rodolfo Valentino o Eleonora Duse. Il bigliettaio legge i dati del passaporto e introduce la nuova identita’ del visitatore. Io ero Michela Maria Caserta, una donna non piu’ giovanissima che ha lasciato l’avellinese in cerca di fortuna a Nuova York, al mio moroso invece e’ toccata l’identita' di un emigrato genovese che i soldi in America li ha fatti davvero.
Il percorso prosegue sul bastimento dove sono mostrate le cuccette di terza classe e le cabine di seconda, la sala da pranzo che per molti nostri connazionali rappresentava per la prima volta la sicurezza di due pasti garantiti al giorno.
Le didascalie raccontano come molti illustri personaggi del tempo trovassero le condizioni del viaggio deprecabili e sicuramente sulla pelle di tanti poveracci fecero fortuna molte compagnie mercantili che negli anni a cavallo tra il XIX e XX secolo riattarono vecchie navi in bastimenti per il trasporto di emigrati. Una cosa squallida ma sempre piu’ dignitosa degli orrori che vediamo al giorno d’oggi sulle nostre spiagge.. alla faccia del progresso!
La mostra termina con l’arrivo a Ellis Island e sono descritti i testi fisici e psicologici che gli immigrati dovevano sostenere per avere diritto all’ingresso in America. Mi ha colpito molto l’attenzione che si aveva per l’ingresso delle donne proprio per evitare il fenomeno della prostituzione e di nuovo il parallelo con i tempi di oggi si fa stridente.
Al termine della visita c’e’ ancora uno spazio interattivo dove si puo’ rispondere direttamente ad alcuni dei questionari da superare per poter entrare, sono molto simili a quelli che ancora oggi distribuiscono sui voli di linea per gli USA. Per inciso io non sono riuscita ad entrare per quanto avessi i miei quaranta dollari, sapessi scrivere e avessi delle conoscenze negli States, non ho saputo resistere e alla domanda se fossi anarchica ho risposto positivamente giocandomi la possibilita’ di far fortuna in America.
Fino al 10 Gennaio 2010
Galata museo del Mare, Genova
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