Per l’enneisma volta esco da una mostra presente al Palazzo Reale di Milano con un senso di delusione. A questo punto comincio a pensare che sia il linguaggio magniloquente con cui l’ente presenta i suoi eventi che crea in me grosse aspettative che vengono puntualmente tradite. Questa esposizione di Hopper e’ in realta' molto curata e approfondita, superando gli standard abituali del Palazzo Reale, ma il presentarla come una grande antologica e scrivere nell’introduzione del catalogo, firmata dal sindaco Letizia Moratti che “la mostra ripercorre in sette sezioni tutta la produzione di Hopper” e’ francamente eccessivo visto che mancano praticamente tutti i capolavori dedicati ai notturni urbani come Gas o Nighthawks, il piu’ celebre dipinto di Hopper che speravo proprio di vedere a Milano: diciamolo chiaramente fare un’antologica su Hopper senza quel quadro sarebbe come fare una mostra su Giorgione senza La tempesta (e fortunatamente alla mostra su Giorgione a Castelfranco Veneto La Tempesta c’e’!)
Ribadisco che la mostra e’ davvero accurata nell’illustrare l’approccio di Hopper alla pittura: vedere la minuzia con cui indicava i colori e i giochi di ombre sui i bozzetti preparativi dei dipinti incute un timore reverenziale verso questo gigante della pittura americana. Anche la sua attivita’ di incisore e’ notevole e tra le opere esposte Night Shadow e’ di forte impatto emotivo e mi ha letteralmente scaraventato dentro le atmosfere di un racconto di Cornell Woolrich.
E’ stato altrettanto piacevole scoprire le opere del periodo parigino dell’artista, ammirando principalmente Le bistro’.
Pero' la delusione per non aver potuto vedere House by the Railroad il quadro che’ ispiro’ a Hitchcock il villino dei Bates in Psycho e i grandi capolavori di cui parlavo prima resta cocente: forse piu’ che di una grande restorspettiva si dovrebbe presentare la mostra come un’approfondimento dell’importanza della luce nelle opere di Hopper che e’ il tema principalmente indagato nell’esposizione.
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