La mostra svizzera che indaga storicamente ed artisticamente il rapporto millenario - fin dalla antica Grecia- tra uomo e automi mi ha colpito soprattutto nella parte esposta a Villa Ciani: il percorso cronologico che partendo dai vasi greci arriva alle macchine leonardesche, per proseguire con gli automi settecenteschi ed arrivare fino ai nostri giorni impressiona proprio per il forte contrasto tra la leziosa fedelta’ degli automi del passato e l’angoscia degli automi contemporanei: mani che brancolano sporgendosi attraverso una tavola di legno.. la testa di un bambolotto che batte le manine contro una gabbia.. il tutto condito da una cacofonia disturbante. Colpisce certamente come il Novecento sia il secolo in cui l’angoscia e l’alienazione siano esplosi pur condendo il tutto con una buona dose di ironia infatti sono le belle bambole che imitano la vita dei secoli passati che piu’ potrebbero terrorizzare l’incauto visitatore che rimanesse chiuso una notte intera nel paradiso degli automi di Villa Ciani...
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