Causa influenza nel fine settimana mi sono vista tre interviste a Checco Zalone nei programmi piu’ disparati: L’era glaciale, Verissimo e Domenica in. Benche' i tre programmi abbiano un target completamente differente (anche se non mi e’ molto chiaro quale sia il tipo di pubblico che il sabato pomeriggio guarda Verissimo) i tre interventi erano praticamente identici: lui che si schermisce un po’, l’insistenza per farlo cantare (dappertutto d’obbligo l’imitazione di Vasco e della figlia di Jovanotti) l’inesorabile blocco davanti alla parolaccia attirando ancora di piu’ l’attenzione sulla stessa.
Insomma il lato palloso di fare il giro delle sette chiese per promuovere l’imminente uscita del debutto cinematografico di Checco Zalone, Cado dalle nubi ma anche la tragica conclusione che tra la televisione radical chic della Bignardi, quella nazional popolare di Pippo Baudo e quella non classificata della Toffanin non ci sono distinzioni. Esiste forse solo un distinguo tra la tivvu’ giovanilista/satirica dove la parolaccia e’ sdoganata e quella piu’ finto perbenista che pretende di utilizzare un linguaggio piu’ raffinato salvo poi dar vita alle liti piu’ triviali.
Stasera Checco Zalone ha un’ospitata ad X Factor, in quale dei due filoni si posizionera’ il talent show?
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