Vivendo in una zona coinvolta nelle vicende narrate dal film non potevo perdermi questa pellicola perche’, quasi mille anni dopo, il ricordo del Barbarossa e’ ancora fortissimo: la distruzione di diversi castelli viene attribuita a torto o a ragione all’irato imperatore tedesco, per non parlare di Alessandria e alla leggenda arcinota di Gagliaudo.
Non mi potevo perdere la pellicola quando hanno cominciato a comparire le locandine e si e’ visto che il film-proclama politico della Lega era girato in gran parte in Est Europa in completa assenza di protagonisti, non dico lombardi (ma vedi un po’ cosa ha fatto Tornatore con Baaria), ma nemmeno italiani. Raz Degan almeno ha il viatico della compagna piemunteisa Paola Barale, che certo poteva insegnargli a scandire liberta’, dato che si vede benissimo che il nostro eroe grida freedom recitando evidentemente in inglese, ma che vogliamo dire di Kasia Smutniak, polacca e pure maritata con terrone Taricone? Per la precisione a me Taricone sta simpatico e trovo la Smutniak piu’ che decente come interprete, ma sto cercando di leggere il cast da un punto di vista leghista. L’attrice nei panni della compagna strega di Alberto da Giussano non e’ neppure doppiata (ma dei problemi di Martinelli con il doppiaggio parlai gia’ a a suo tempo) e l’accento straniero ahime' si sente, speriamo non si risenta la nostra unica star da esportazione Monica Bellucci di cui si invoca sempre il doppiaggio!
La scelta che pero’ piu’ denota il fallimento dell’intento politico e’ quella di Rutger Hauer: in realta’, anche se in un ruolo alimentare, l’attore olandese e’ l’unico a poter contare su una notevole presenza scenica, ma il buon Rutger nell’immaginario collettivo e’ al 60% Roy Batty e al 40% il bel capitano Etienne Navarre di Ladyhawke favola medievale che, guarda caso, era girata in Italia nei castelli dell’Appennino, per cui il fatto che non ci sia un panorama italiano in Barbarossa ma sia tutto ricostruito al computer, mi riporta alla mente l’ultima campagna della Lega, quella sulle riserve indiane e noto con estrema desolazione cha da un punto paesaggistico abbiamo gia’ fatto la fine paventata dai manifesti leghisti, rinunciando in toto al nostro paesaggio e dovendo ricorrere a quello dei paesi dell’Est che stanno diventando ambiti set cinematografici prendendo il posto che una volta era dell’Italia con conseguente perdita economica.
A fallimento politico segue fallimento artistico: se Martinelli si era distinto per la bonta’ degli effetti speciali in Vajont, qui ha lavorato davvero con la mano sinistra: la scena in cui l’acqua affluisce nel canale con cui i milanesi cercano di difendersi dall’attacco del Barbarossa e’ tristissima per la scarsita’ realistica. Manca totalmente il pathos, sia nella scena dei fratelli di Alberto inchiodati alle torri che nell suicidio di Tessa (u sara’ mia un num lumbard, cus chi’!) Il regista insiste nel mostarci le scene da vari punti di vista ma si assiste con indifferenza e una punta di noia tanto si sa gia’ come va a finire.
Che il film non abbia credibilita’ storica e’ stato detto da persone ben piu’ autorevoli della sottoscritta ma gli errori sono cosi’ macroscopici che non serve essere un medievalista per notarli: il profluvio di candele che illumina tanto la tenda dell’impratore che la cascina (mica la casupola ma gia cascina lombarda in nuce) dove vive la famiglia di Eleonora e pure la cella dove e’ rinchiusa la ragazza ad Alessandria, citta’ che nel 1174 era un neonato villaggio mentre nella panoramica che le dedica Martinelli ha un profilo piu’ ampio di quello attuale! Per concludere non convince la vastita’ del piatto panorama ricercato appunto in Romania che ricorda la Pianura Padana com’e’ ora che trattori da cento cavalli e passa la arano, ma quasi mille anni fa, quando a fatica si poteva lavorare la campagna con l’ausilio di un bove, la Pianura Padana era per buona parte boscaglia e foresta.
insomma un disastro! sai che mi ha incuriosito!? quasi quasi lo guardo per giocare a: "trova l'errore"! baci
Scritto da: monica | 02 novembre 2009 a 13:35