Il documentario di Erik Gandini, uscito in sordina con una distribuzione di sole 70 copie iniziali e che sta scalando i vertici delle classifiche d’incassi nonostante il trailer sia stato rifiutato da Mediaset e Rai mi ha lasciato molto perplessa.
Iniziamo dal mancato passaggio del trailer sulle reti nazionali e visibile sono in rete, vedendo con quanta facilita’ il regista riesce a riprendere i provini mediaset e ad intervistare il regista del
Grande Fratello viene il sospetto che l’epurazione (che sicuramente ci sara’ stata) sia stata sfruttata come mossa pubblicitaria calcolata, anche perche’ a
Blob sono passati spezzoni del film in diverse occasioni e ne ha parlato pure Marzullo al suo
Cinematografo dedicato alla recente Mostra del Cinema di Venezia.
Sorvolando su questo primo dubbio, sinceramente non ho capito quale volesse essere la tesi del film, la pellicola non e’ andata oltre a un’illustrazione superficiale della situazione mediatica del Bel Paese con un presidente del Consiglio che essendo anche il maggior editore della nazione, la sta rimodellando culturalmente secondo i suoi sogni: belle donne prosperose scosciate, un sottobosco di bellocci, dimostrazione lampante dell’immagine di benessere e ottimismo di un paese dove basta apparire per vivere alla grande, insomma niente di nuovo sotto il sole, almeno per chi vive in Italia e a questo clima si e’ ormai tragicamente abituato come racconta Ascanio Celestini ne
Il popolo e' un bambino.
Inoltre le cose hanno preso un’accelerazione tale che come ci si fa a stupire del diktat della chiusura anticipata del GF quando Berlusconi e’ ospite di Vespa, a meno da una settimana dello slittamento di Ballaro’ e Matrix per non intralciare la cerimonia di consegna delle casette di Onna?
La figura luciferina di Corona, frutto di quel mondo contro cui si ribella, e’ ancora attuale in un momento in cui la vallettopoli materana e’ un pallido ricordo cancellato dallo scandalo delle escort pugliesi?
L’invecchiamento precoce non e’ il solo problema di Videocracy, mi pare che il documentario si ponga sulla falsariga delle opere di Michael Moore senza averne la verve e l’ironia. Come si fa a prendere sul serio le gesta del wannabe Ricky quando lo vedi litigare con la mamma che lo segue quando va a cena con una ragazza?
Parafrasando Moretti, Berlusconi ce lo meritiamo grazie a figuri cosi’ storditi e anche grazie a quella fetta della sinistra che si fa un vanto di non guardare la tv perche’ e’ meglio un libro (ma poi si imbesuisce davanti ai video scemi di youtube) e a coloro che alzano polveroni perche’ han fatto slittare Ballaro’ ma tacciono sul rifiuto da parte della Rai di dare la copertura legale a Report, mettendo molto piu’ subdolamente a rischio un programma di vera informazione ed approfondimento senza ricorrere ad editti bulgari.
Berlusconi ce lo meritiamo perche’ la cattiva televisione e’ come l’aids, solo conoscendola puoi evitarne il contagio.
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