Per arrivare preparata all’appuntamento con il remake che Rai3 trasmettera’ da stasera in prima visione, ieri mi sono vista la prima puntata della serie originale del 1975 accorgendomi di non ricordare praticamente nulla. Non mi era rimasta impressa l’inquientante sigla che sunteggia il corso della pandemia con la caduta di una provetta di virus e i timbri d’ingresso nelle varie nazioni che ne simboleggiano la diffusione globale. Pur essendo stato un appuntamento fisso, mi ricordavo solo Jenny, la moretta con i capelli a caschetto, geneticamente immune alla malattia e poi quelle lunghe strade deserte sotto il cielo grigio, ma credo sia un ricordo piu’ legato alla seconda o terza stagione.
Ho trovato questa prima puntata davvero inquietante e drammaticamente premonitrice con le lunghe file di persone in coda per il vaccino antinfluenzale che ha sono lo scopo di evitare il panico tra la folla ma che nulla puo’ contro il temibile morbo che stronca la vita delle sue vittime in meno di una settimana, insomma un pensierino all’imminente arrivo dell’influenza A ce l’ho fatto e mi domando se mettere in onda il remake della serie in questo periodo sia stata una scelta oculata, ma tanto mammarai ha gia’ intenzione di affondare questa scomoda creatura dalla prossima settimana, mandandola contro la corazzata Xfactor.
La serie del ‘75 si contraddistingue per una messinscena e una composizione delle immagini molto raffinata che rendono il prodotto insensibile alle ingiurie del tempo, poi va ricordato che l’intento delle tre stagioni dell’opera originale non era quello di puntare sugli aspetti catastrofici del contagio ma piuttosto fare un’analisi di tipo filosofico su quello che aspetta i pochi sopravvissuti: saranno ancora in grado di servirsi della tecnologia a cui sono abituati o le ingenti perdite di vite umane si riflettera’ anche sulla perdita di conoscenze che servono per costruire, ad esempio, una semplice candela di cera, diventata fondamentale dopo il blackout elettrico che paralizza l’intera Inghilterra e il mondo intero? Domanda che si rivela ancora piu’ scomoda 33 anni dopo, quando il mondo e’ sempre piu’ informatizzato e sembra agire per capacita’ proprie.. vedremo se il remake continuera’ a metterci di fronte a questo delicato problema o scegliera’ una via piu’ superficiale.
Le citta’ sono come bambine viziate: hanno bisogno di migliaia di persone che le nutrano le puliscano per potere funzionare, si chiude con la citazione forse non letterale della magnifica battuta di Abby Grant, la ricca signora dell’elegante sobborgo londinese che sopravvive alla febbre e alla fine del primo episodio si vede costretta a bruciare la casa con il cadavere del marito e mettersi alla ricerca del figlio, forse scampato al contagio.
MA ALLORA SEI VIVA! SEI VIVA E INTERAGISCI CON IL MONDO! E IO CHE TI DAVO PER DISPERSA!
MA COME STAI DIMMI QUALCOSA SU!
BACI
MO
Scritto da: monica | 08 settembre 2009 a 12:51