Alberto ed Angelo, poco piu’ che quarantenni, si conoscono nel reparto di terapia intensiva di un unita’ coronarica romana: entrambi sono scampati ad un infarto. I due uomini non potrebbero essere piu’ diversi, ma tra timori e insicurezze tra loro nasce una fortissima amicizia..
La Archibugi e’ stata una delle regine del minimalismo italiano anni ‘90 ed ora torna con un film molto bello che per certi versi si puo’ accostare alla commedia all’italiana, forse manca il cinismo ma c’e il coraggio di portare alle estreme conseguenze (e’ proprio il caso di dirlo!) una storia non facilissima. Come nella commedia all’italiana Alberto e Angelo incarnano due Italie completamente diverse, e la novita’, positiva per la nostra epoca, sta nel fatto che la caratterizzazione non avviene attraverso la connotazione politica.
Alberto e’ uno sceneggiatore di successo (?) con contatti nel bel mondo dello spettacolo italiano che da vita a un gustoso siparietto quando di un manipolo di celebri registi (a voi il piacere di scoprire quali) lo va a trovare in ospedale, tra tutti spicca Verdone grandioso nel prendersi in giro a proposito della sua celeberrima ipocondria e meticolosa conoscenza di medicine e dottori.
Angelo e’ un borgataro, sposato con due figli, di mestiere meccanico, con un sottile rovesciamento delle parti si scoprira’ che Alberto e’ in realta’ un precario di lusso che tira a campare al di sopra dei sui mezzi grazie agli anticipi delle sue sceneggiature mentre Angelo, meccanico specializzato in auto d’epoca ha comprato piano piano tutto il quartiere dove e’ nato e cresciuto, grazie ai suoi lavori in nero.
Apprezzabili pennellate sociali a parte, alla Archibugi interessa mettere in scena tutte le sfumature di un’amicizia creando un film molto originale forse perche’ i sentmenti sono l’unica soluzione ai mali della societa’ o piu’ banalmente perche’ l’amicizia a quarant’anni, tra lavoro e famiglia, diventa un valore molto superficiale e un lusso che difficilmente ci si puo’ concedere.
Ottimo il cast: perfetta maschera dolente Kim Rossi Stuart mentre Albanese si affranca definitivamente dalla macchietta comica (ma del resto il suo Ministro della paura va gia’ ben oltre lo standard del tipico comico italiano) e Micaela Ramazzotti si conferma attrice brava e versatile.
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