Extase
Cecoslovacchia 1933
con Hedy Kiesler, Zvonimìr Rogoz, Aribert Mog
Regia di Gustav Machaty.
Eva fa tristemente ritorno alla casa paterna dopo il fallimento del matrimonio con Emil, uomo piu’ anziano di lei, distratto puntiglioso e molto probabilmente impotente. Un giorno la giovane donna conosce l'aitante ingegnere Adam e tra i due scoppia la passione ma il suicidio di Emil, che capisce di aver definitivamente perso la moglie, costringe Eva a fuggire dall’amato.
Il film e’ celeberrimo per la famosa scena di nudo integrale di Hedy Kiesler, qui in versione paffuta prima di trasformarsi nell’eterea diva americana Hedy Lamarr, ma la pellicola riserva altri aspetti fascinosi che rendono interessante la visione ancora oggi. Innanzitutto l’uso limitatissimo del sonoro, soprattutto nella prima parte, che lascia ampio spazio alla tensione ed alle immagini fortemente simboliche girate con uno stile che oscilla tra Eisenstein e la Riefenstahl.
La descrizione dei caratteri dei protagonisti e’ geniale: per raccontare la meticolosita’ di Emil, l’uomo viene mostrato mentre si mette a lisciare le frange di un tappeto. Emil e Adam sono completamente antitetici sia nell’aspetto fisico che nei comportamenti: mentre Emil uccide sadicamente gli insetti che lo infastidiscono, il nerboruto Adam mostra un’insolita delicatezza nell’aiutare un’ape a riprendere il volo grazie ai petali di un fiore. Gli insetti sono una chiara metafora di Eva, soffocata dalla vita cittadina a cui Emil la costringe e che invece rifiorisce nella tenuta agricola del padre grazie al contatto con la natura e alla passione fisica per Adam.
L’amore sensuale e’ infatti il tema centrale dell’opera raccontato attraverso allusioni ben chiare: l’accoppiamento tra i cavalli, l’insistente lavoro dei macchinari che penetrano la terra. Ci sono poi il famigerato bagno e la corsa di Eva nuda, ma rimane molto piu’ interessante la sua presa di coscienza del desiderio in una notte ventosa che la porta, quasi suo malgrado, alla casa dell’uomo amato. Purtroppo l’esaltazione panica del sesso e della natura viene inficiata da un finale moralista: Eva si sente costretta dal senso di colpa ad abbandonare Adam quando scopre il suicidio di Emil, e qui i nomi biblici dei personaggi sottolineano come una volta di piu’ la donna che prende cio’ che vuole sia costretta a pagare lo scotto della sua scelta e mentre le immagini finali si soffermano su un Adam pensoso, nel montaggio viene inserito un fotogramma di Eva finalmente felice perche’ madre: non importa se quello rappresentato sia solo il sogni di Adam o il destino effettivo di Eva, il messaggio resta sempre quello di un femminile che raggiunge la sua pienezza solo nella maternita’.
anche tu preso da fuori orario?
tra un po' lo posto anche io
straordinario.
Scritto da: gparker | 24 febbraio 2009 a 19:21