Jamal Malik, un diciottenne cresciuto nelle baraccopoli di Mumbay, sbarca il lunario con un lavoro umilissimo: e’ il ragazzo che porta il te’ ai lavoratori di un call center. Quando partecipa al quiz Chi vuol essere milionario e risponde esattamente a tutte le domande che gli sono poste prima che la puntata finisca, viene tacciato di essere un imbroglione e costretto a trascorrere la notte al commissariato dove deve giustificare le sue risposte prima di poter tornare nuovamente in studio e rispondere all’ultima domanda che forse fara’ di lui un vero milionario..
Il film racconta in fondo una storia di emarginazione e soprusi che ha per protagonista Jamal, suo fratello Salim e Latika, la ragazzina di cui Jamal si innamora ancora bambino; l’intuizione geniale sta nel rievocare questa vicenda drammatica attraverso un gioco televisivo, il cui format e’ conosciuto in tutto il mondo: il destino vuole che tutti i quiz posti a Jamal abbiano avuto a che fare con momenti salienti della sua esistenza, che Jamal dovra’ rievocare ai poliziotti per giustificare la sua vittoria.
E’ brillante l’idea di usare un format uguale a ogni latitudine per raccontare le mille sfaccettature dell’India, quella poverissima delle baraccopoli degli anni ‘80, quella turistica del Taj Mahal e quella dell’odierno boom economico in mano a palazzanari senza scrupoli.
Il tocco di Danny Boyle si sente nell’energia con cui la vicenda e’ narrata: esistenze in fuga vissute sempre di corsa, che alternano con semplicita’ il pianto e il riso.
La vitalità del piglio registico cra un ottimo connubio con l’energia caratteristica dello stille bollywoodiano che esplode nel balletto dei titoli di coda. Ma se l’anima british ben si sposa con lo stile indiano, la storia di un bravo ragazzo che sfugge a una vita destinata alla delinquenza e che con la propria caparbieta’ riesce a diventare milionario, trasformandosi in un simbolo di riscatto per milioni di suoi concittadini che si ammassano davanti alla televisione per seguire la sua seconda partecipazione al quiz, sembra celare una cifra alla Frank Capra: buoni sentimenti e ottimismo che non scadono mai nel buonismo ma trovano oggi un ulteriore ragion d’essere nel fatto che la stazione di Victoria Terminus, location di diverse scene del film e’ stato uno dei luoghi martoriati dal l’attacco terroristico dei giorni scorsi a Mumbay.
Il film e’ stato nominato il 4 dicembre scorso miglior film del 2008 dal National Board of Review of Motion Pictures.
quello che tu chiami l'energia di danny Boyle per me è irritante vena modaiola e datata ipercinesi, il film convince poco perchè manca uno sguardo fresco e autentico, si punta all'emozione del quiz . al pubblico globalizzato, a un probabile oscar.Mi è piaciuta solo la coreografia finale, quella si è vero Bollywood, il resto è cattivo Hollywood
Scritto da: alp | 12 dicembre 2008 a 21:34
l'india....
u si lo vedrò presto
ely
Scritto da: ely | 13 dicembre 2008 a 12:18
alp, ma allora t danny boyle e' sempre ipercineto e.. coprofilo? ;)
Scritto da: ava | 23 dicembre 2008 a 18:10
Comunque io ho adorato il personaggio di Selim...
e secondo me questo film trae grande successo da una regia furba, una fotografia spettacolarizzata ed emotiva...ed una struttura che lo rende, forse, migliore di quello che è...
:-)
Credo possa ritenersi un tantino sopravvalutato...per quanto...ovviamente...mi sia piaciuto...
Scritto da: Echidna Argenteo loco | 22 gennaio 2009 a 15:25
Ho scritto la mia
http://rosebud.iobloggo.com/
Scritto da: Echidna Argenteo loco | 23 gennaio 2009 a 16:27