Dopo tanto gridare al lupo al lupo, il lupo finalmente e’ arrivato: ogni cartone della Pixar viene regolarmente acclamato come un capolavoro, quando spesso si tratta solo di un film molto buono, ora che il capolavoro e’ davvero arrivato, e un capolavoro che entra di diritto nei classici della cinematografia e che potrebbe ambire all’Oscar di miglio film dell’anno tout court, qui si e’ molto felici non solo per l’adorabile robottino, ma anche perche’ la pantegana &friends verranno ricollocati al giusto posto.
Se non manca il divertimento intellettuale simile al rimando proustiano di Ratatouille, che in Wall-E arriva dai capisaldi della fantascienza: l’apertura iniziale sui grattacieli di rumenta ha lo stesso effetto sorpresa del rovesciamento d’ottica de Il pianeta delle scimmie, ma soprattutto la ribellione del capitano al Pilota Automatico ripropone, rovesciando le parti, il conflitto di Odissea nello spazio tra Hal 9000 e gli astronauti.
La grandezza di Wall-E sta nel superare questi “freddi” esercizi di citazione con l’umanita’ toccante del suo protagonista, che paradossalmente fa tornare in mente (citazione voluta o fortuita, qui sta il mistero!) l’eroe chapliniano per eccellenza: Charlot. Wall-E e’ solitario come l’omino con il cappello a bombetta, curioso e gentile con la natura come lui, pronto a seguire l’amore a prima vista come Charlot e pur essendo un robot, Wall-E condivide con l’antesignano del cinema muto, una vena dolcemente anarcoide che gli permettera’ di vivere la sua fantastica avventura.
Adorabile anche il corto introduttivo alla pellicola, Presto buffissima storia di magia girata con un raffinato stile retro’.
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