Nel Salento dei primi anni ‘60 cresce la bella ma poverissima Lucia con gli inseparabili Luigi e Ignazio, ragazzo di buona famiglia che se andra’ presto dalla Puglia per studiare e intraprendere una carriera da giudice. Trent’anni dopo Ignazio torna a Lecce, proprio nei giorni in cui Luca muore per overdose di eroina; rincontra Lucia e sentira’ riaccendersi quella passione mai sopita dagli anni dell’adolescenza. Il corteggiamento verso Lucia prosegue di pari passo con l’indagine sulla morte di Luca e la scoperta della nascente mafia salentina, fino a quando le due strade si uniranno nella scoperta che Lucia e’ una dei boss delle cosche indagate: nonostante il conflitto con la propria carriera, Ignazio non sapra’ rinunciare all’amore per Lucia..
Non so perche’ ho raccontato la trama dal punto di vista di Ignazio, quando sono fortemente convinta che il film racconti principalmente l’evoluzione del personaggio di Lucia, cresciuta poverissima, messa incinta da un bulletto locale, il vigliacco Infantino, salita ai vertici della piramide mafiose forse per una scopata con il boss che se ne sta rintanato in Montenegro: l’allusione ai servizietti resi al boss sono sono una perfidia dell’ex compagno invidioso che si vede scavalcato da una donna o sono una chiave di lettura del personaggio di Lucia? Il dubbio resta, visto che la donna esplica il suo ruolo all’interno della cosca con una certa distanza e un’aria di mesta rassegnazione che caratterizza tutta la sua esistenza.
La svolta avviene con il rinnovato incontro di Ignazio e quella notte di amore rubata a due esistenze che hanno indirizzi diametralmente opposti: se la prima scena di sesso e’ completamente inutile e richiama nella posa plastica certo sesso patinato degli anni ‘80, la seconda incentrato sull’orgasmo di Lucia (forse il primo?) sembra condurre la donna a una presa di coscienza di se’ che la porta a prendere la decisione narrata nella scena finale del film.
Molto interessante e’ il rapporto tra Lucia e la collega del giudice: probabilmente Laura ha una cotta per Ignazio, ma la rivalita’ tra le due donne che si accende gia’ al primo sguardo in un locale pubblico, riveste una valenza simbolica: Laura e’ in fondo la coscienza, la parte etica che Ignazio mette da parte per Lucia.
La storia raccontata da Winspeare ha dunque un taglio molto interessante, il film pero’ risulta poco convincente per il modo trattenuto di raccontare le emozioni dei due amanti, ma questo tono algido mi pare una caratteristica del regista che resta bravissimo nelle suggestioni qui legate alle rievocazioni dell’infanzia dei protagonisti: memorabile quella dove Lucia offre una serpe da baciare ad Ignazio, un’Eva che oltre a condurre il millenario gioco con l’uomo riesce a manipolare anche il serpente.
Una saluto da New York.
angelocesare
Scritto da: angelocesare | 04 dicembre 2008 a 14:20