Il recupero della reggia di Venaria Reale e’ un’operazione ambiziosa e costosa e sicuramente molto complessa.
La mostra sui Savoia che testimonia lo stato del recupero non e’ del tutto soddisfacente: lasciano perplessi i giardini, forse per ignoranza della spettatore che, abituato ai parchi secolari delle altre regge, italiane e non, si aggira deluso e spaesato per le aree appena rimesse a nuovo, dalle fragili piantumazioni recenti (qualcuna gia’ seccata).
Per vistare le parti recuperate della regga, circa un chilometro e mezzo di cammino tra citroneria e piano nobile, bisogna preventivare piu' di un'ora (sotto il pungolo dei custodi): i materiali esposti per illustrare la storia di casa Savoia sono molteplici ed alcuni di sicuro pregio (Van Dyck, Reni e per le arti applicate regionali i nomi di tutto rispetto del Cignaroli e l’esimio ebanista Prinotto) ma l’esagerata sequela di opera non permette di godere di qualcosa in particolare, neppure degli allestimenti audiovisivi di Peter Greenaway che insieme a la corte di carta di Isabelle de Borchgrave sono rappresentazioni piu’ d’impatto rispetto alle quadrerie senza fine.
Tra gli allestimenti di Greenaway quello che mi e’ piaciuto di piu’ e’ quello che ripopola la cucina grande con il sempre bravo Giuseppe Battiston nei panni del capocuoco; in un altra sala sono riuscita a riconoscere Iaia Forte impersonare una delle figure femminili che vissero a corte, mentre mi e’ onestamente sfuggita la pettegola della Litizzetto.
Forse come cita l’introduzione del sito, sarebbe meglio sbrigare la visita con la corsa di 10 minuti ispirata a The dreamers di Bertolucci che si arresterebbe senza fiato davanti alla, questa si’ davvero meravigliosa e mozzafiato Galleria Grande.
Arte, magnificenza e storia di una corte europea
la de Borchgrave è a Venezia al museo Fortuny fino al 21 luglio :)
Scritto da: laLo | 08 maggio 2008 a 12:25