Nei cinque convulsi giorni che precedono la stesura finale de Il giocatore per il quale Dostoevskij chiede l’aiuto di una giovane stenografa che poi diventera’ sua moglie; il romanziere viene contattato da Gusiev, un giovane fuoriuscito da un gruppo rivoluzionario che informa il maestro dell’ennesimo attentato alla famiglia reale, perche’ si impegni a sventarlo..
Giuliano Montaldo torna alla regia dopo 18 anni riprendendo un progetto di Andrej Konchalovskij che supera i limiti del biopic per mettere in scena il mondo interiore dello scrittore russo: il demone del gioco, la malattia, il passato rivoluzionario che gli e’ costato la deportazione in Siberia, il superamento degli ideali libertari in nome di qualcosa di piu’ assoluto, che pero’ Dostoevskij non riesce a comunicare alla nuova ondata rivoluzionaria che pure vede in lui un Maestro.
I demoni di San Pietroburgo comunica tutto questo in maniera tumultuosa, forse anche confusa e riesce a farlo arrivare, indifferente al dato didascalico, alle date scritte in sovrimpressione.
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