Witness for the Prosecution
USA, 1957
Con Tyrone Power, Charles Laughton, Marlene Dietrich, Elsa Lanchester
regia di Billy Wilder
Un grave infarto dovrebbe mettere un freno alla carriera dell’astuto principe del foro Sir Wilfrid Robarts, ma l’avvocato si lascia tentare dal caso (e dai sigari!) di un giovane accusato di omicidio, Leonard Vole che ha la sventura di avere come unica conferma del suo alibi la moglie tedesca, che pero’ non pare intenzionata a confermarlo; sir Wilfrid riuscira’ a vincere la causa salvo poi fare un’amara scoperta..
Wilder porta sullo schermo un racconto di Agatha Christie, divertendosi a mischiare da par suo il thriller legale dalle sfumature noir e alla commedia, con i gustosi siparietti dell’inarrivabile Charles Laughton alle prese con la sua infermiera privata interpretata da Elsa Lanchester, sposa di Frankenstein nel ‘35 e signora Laughton nella vita.
La ventata noir e’ portata da una grandissima Marlene Dietrich che 50 anni dopo riesce ancora a mozzare il fiato agli spettatori con la sua sola apparizione. Come in Scandalo internazionale la diva si presta per il maestro viennese a fare la parte della gelida tedesca senza scrupoli, anche se in Testimone d’accusa il finale svelera’ un risvolto ben diverso, ma sempre poco lusinghiero per il personaggio interpretato da Marlene.
All’altezza dei comprimari anche Tyrone Power, che sfrutta con la sua bella faccia da bravo ragazzo un po’ ingenuo per costruire una terribile tela in cui cade anche il sopraffino avvocato Robarts. Ancora una volta per Wilder nulla e’ come sembra e anche nelle piu’ importanti aule di giustizia la menzogna divora la verita’: se il film non fosse un capolavoro di raffinato equilibrio tra noir e commedia il senso di sconfitta sarebbe devastante.
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