Quello che ho trovato davvero interessante in quest’ultimo lavoro di Gus Van Sant, e’ l’uso “psicologico” del racconto destrutturato che non e’ piu’ un semplice artificio stilistico ma un modo per mostrare visivamente il percorso mentale che il protagonista deve compiere per prendere coscienza dell’evento catastrofico di cui si e’ reso protagonista, e per certi versi mi ha ricordato i passaggi dell’elaborazione del lutto, anche se i sentimenti in questione qui sono altri: la prima volta che ci viene raccontata la storia e’ confusa, pochi fatti emergono e i molti rallenti e le immagini sfocate ci danno il senso di confusione che prova il ragazzo, poi la vicenda si fa piu’ chiara (emblematica la presa di coscienza davanti al notiziario?) e in si fa strada in Alex il bisogno di comunicare a qualcuno cio’ che lo opprime, ma non puo’ certo confrontarsi con un mondo adulto con sole funzioni di controllo (la scuola, la polizia) mentre dal punto di vista affettivo e’ costantemente assente (i genitori che non si vedono mai in faccia), una speranza potrebbe essere rappresentata da Macy di cui il protagonista segue il consiglio di mettere il proprio malessere su carta, ma terminata la fase di scrittura, ancora uno sguardo sospeso di Alex che non trova il coraggio di inviare il suo scritto: resta solo il fuoco, una fiamma che si alza a coprire tutto il volto del protagonista, per rinchiuderlo nel suo inferno di solitudine.
anche a me la struttura è la cosa che mi ha colpito di più, anche se credo - e questo è ache più affascinante - non porti tanto a un'elaborazione (in senso positivo) ma semmai a un inabissamento. Alex sommerge tutto e va avanti come niente fosse. E questo è davvero inquietante, ma di quell'inquietudie fredda, non commentata né tanto meno moralizzata di Elephant.
Scritto da: Noodles | 17 gennaio 2008 a 18:08
Devo dire che dopo i primi minuti di "adattamento" al tipo di narrazione che subito mi aveva fatto pensare ad un film noioso, mi sono ricreduto, e devo dire, che mi e' piaciuto molto.
Anche se i temi non si somigliano molto, il film mi ha ricordato "Gost Dog". Vi consiglio di vederlo.
Scritto da: roy | 17 gennaio 2008 a 18:19
Non trovo che Alex sommerga tutto come nulla fosse, Alex una coscienza ce l'ha ma nessuno lo puo' aiutare a farla emergere.Qui non c'è la gioventù amorale qui c'è l'assenza degli adulti.
Scritto da: alp | 17 gennaio 2008 a 23:21
beh alp, non e' che si possano dare tutte le colpe agli adulti: anche io come noodles sono un po' inorridita di fronte alla freddezza di alex e all'astensione di giudizio di GVS, ho pensato pero' che volesse mostrarci solo un momento preciso della presa di coscienza di alex senza raccontare quello che succedera' dopo.. se mai succedera'
Scritto da: ava | 21 gennaio 2008 a 16:36