Trouble in Paradise
Usa 1932
con Miriam Hopkins, Kay Francis, Herbert Marshall, Edward Everett Horton.
Regia di Ernst Lubitsch
A Venezia nasce l’amore tra la ladruncola Lily e il truffatore Gaston Monescu, i due decidono di unire cuori e abilita’ nella truffa ma un giorno Gaston si innamora della bella ereditiera che dovrebbe raggirare..
Commedia dalle battute rutilanti e dalla messa in scena perfetta che nasconde un risvolto amaro sottolineato in apertura di pellicola da quel carico di spazzatura che il gondoliere trasporta per il Canal Grande: i protagonisti che ci vengono presentati alla loro prima cena si scopriranno a vicenda due ladri, eppure sara’ per loro due, truffatori senza scrupoli, che tifera’ il pubblico, un po’ perche’ non erano ancora i tempi bigotti del Codice Hays e non era necessario dare una motivazione strappalacrime alla loro condizione, ma soprattutto perche’ la loro statura morale non e’ poi tanto dissimile di quella del bel mondo alle cui spalle vivono: Madame Colet deve la sua fortuna all’eredita’ lasciatale dal marito (che non e’ difficile immaginarsi esser stato anziano e spostato per interesse) e mentre la ditta non naviga in buone acque, la giovane proprietaria non esita a spendere migliaia di dollari in una borsa da sera tempestata di diamanti, poi c'e' il dirigente dell’azienda che lucra a proprio vantaggio sugli interessi aziendali da tempo immemorabile pero’ quando Gaston rivelera’ questo dettaglio a Mariette Colet, la donna non sara’ cosi' propensa a chiamare la polizia com’era pronta a fare dopo aver scoperta la vera identita’ di Gaston.
Essendo un film del ‘32, antecedente, come gia’ ricordato al codice Hays, la commedia e’ un trionfo di eleganti allusioni sessuali: non manca l’ombra di Gaston e Madame Colet che si staglia sul letto mentre i due si stanno baciando; ma dopo 75 anni la pellicola si dimostra ancora graffiante ed attuale: le donne sono costrette da sempre a dieta e Lubitsch coglie sia Lily che Mariette mentre si strafogano di nascosto, e soprattutto e’ gia’ presente il ritornello a noi cosi’ familiare del consiglio d’amministrazione che per risanare l’azienda propone tagli sui salari dei dipendenti, salvo poi aumentare il proprio compenso.
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