Il film si apre sul protagonista Jang Jin, carcerato in attesa della condanna capitale che tenta per l’ennesima volta di suicidarsi. Alla sua vicenda si appassiona una donna la cui vita scorre monotona dietro altre sbarre, quelle della normalita’ borghese, Yeon e’ sempre vestita di grigio a rappresentare il grigiore di una vita affettiva ormai spenta, il marito infatti la tradisce con una donna che lascia sulla sua auto tracce luccicanti come un fermaglio di pietre colorate, il bagliore un po’ fasullo dell’emozione donata dalla fuga della quotidianita’.
Avuta conferma del tradimento, Yeon si rifugia in questo sentimento per il carcerato andando a fargli visita e ricreando per lui un mondo di colori e canzoni spensierate che ripercorre il passare delle stagioni (il pensiero va primavera estate autunno inverno e ancora primavera titolo di una precedente opera del regista). Ma l’amore in una prigione non e’ cosa semplice, tutto si svolge sotto l’occhio voyeristico del controllore (interpretato dallo stesso regista, scelta che sottolinea un parallelo con il cinema) che all’inizio pensa di poter dominare questo rapporto decidendo quanto gli amanti possano avvicinarsi ma poi e’ sopraffatto sua volta dalla potenza del sentimento e piu’ che l’amplesso finale mi sembra emblematico il pudore con cui spegne lo schermo all’ingresso del marito.
Il film narra del duplice rapporto degli amanti e dei loro compagni, se Yeon ha un marito e una figlia, anche Jang Jin e’ amato da uno dei compagno di cella e forse la dedizione di questo personaggio che non parla mai, ma si limita ad urlare ai tentativi di suicidio sventandoli, che guarda l’oggetto del suo amor con folle intensita’ facendogli gli sgambetti quando esce di cella per vedere la ragazza e’ la forma di amore piu’ bella tra quelle descritte dal film.
Incomunicabilita’ e solitudine sono ancora tra i tempi piu’ cari al regista che li racconta con il suo solito rigore formale fatto di immagini pulite e simboliche, raccontando un amore che si consuma tra la caduta dal terrazzo di due camice bianche , identiche il cui destino pero’ sara’ molto diverso.
Spero che lo portino anche dalle mie parti.
La vedo grigia però.
Hola chica linda
Scritto da: El gordo loco | 12 settembre 2007 a 14:32
abbi fede gordo che non si sa mai! :-)
besos
Scritto da: ava | 13 settembre 2007 a 15:47
era un po' che non scrivevo ma ho dovuto farlo perchè il commento a questo film mi ha fatto venire la pelle d'oca e una voglia pazzesca di vederlo...anche se forse bastano le suggestioni che il racconto mi ha provocato.
baci a tutti
Scritto da: MONICA | 14 settembre 2007 a 16:04