Del sogno questo film ha tutte le caratteristiche, in particolare
il passaggio tra vari piani di realta’, la fantasiosa e immaginifica potenza visiva che crea un
universo magmatico che
coinvolgere
lo spettatore bypassando il livello del raziocinio: una trama c’e’ e anche intrigante e fantascientifica ma di
Paprika non importa tanto la morale della vicenda o l’evolversi della storia, quel che resta e’ la potenza visiva e la valenza simbolica della immagini, che presumo differente per ogni spettatore, paradossalmente una visione collettiva che stimola differenti emozioni, l’opposto del postulato filmico.
Altrettanto bizzarra la programmazione di questa pellicola, le poche copie invece che nei circuiti d’essai o nei cinema che programmano film di qualita’, girano nei multisala piu’ commerciali: Lingotto a Torino, Bicocca a Milano, io l’ho recuperato al Fiumara di Genova e uscendo dal cinema, mi son trovata davanti il ristorante texano, mentre al piano inferiore il ristorante sushi divideva lo stesso spazio visivo della pizzeria, sotto i maxischermi che rimandavano le ultime notizie, la sensazione di essere intrappolata in un brutto sogno globale continua(va) a persistere.
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