50 anni fa, il 12 maggio 1957 moriva a Yvelines, in Francia, Erich Von Stroheim, geniale e bizzara personalita’ del cinema muto, e non solo, famoso come the man you love to hate.
Nato a Vienna nel 1885, figlio di un borghesissimo cappellaio, fin da giovane Erich Oswald Stroheim subisce il fascino del mondo aristocratico e militare, e quando si trasferisce in America nel 1909 ben presto si avvicina al mondo della cinematografia hollywoodiana, presentandosi come il conte Conte Erich Oswald Hans Carl Maria Stroheim di Nordenwald, ufficiale dell’esercito austroungarico il che gli valse la fame di esperto in questioni belliche e spesso il ruolo di militare.
Gli esordi nel cinema nel 1915 avvengono comunque come stunt-man in particine non
accreditate tra questi ruoli va segnalata la sua partecipazione ad Intolerance di D.W. Griffith.
Dopo aver vestito diverse volte i panni del perfido ufficiale austroungarico nei film di propaganda bellica del primo conflitto mondiale , celebre il suo ruolo in Cuori del mondo di Griffith (1918) dove tenta di violentare Lilian Gish in cerca del fidanzato sui campi di battaglia, Stroheim passa alla regia e nelle sue opere mette alla berlina i vizi del bel mondo europeo mettendo in scena triangoli amorosi che hanno per protagoniste signore dell'alta societa' corteggiate o sedotte da cinici seduttori da lui stesso interpretati, come in Mariti ciechi la sua prima regia del 1918 che ebbe un grande successo e in Femmine Folli (1922) dove la messa alla berlina della decadenza europea tipica del regista raggiunge il suo apice facendo di Stroheim uno dei piu’ quotati autori del cinema muto, nel 1925 gira il suo capolavoro Greed dove, con il suo stile estremamente realista e al contempo allegorico, il regista sposta il suo sguardo dal bel mondo europeo al ceto medio-basso americano ma nonostante questo per l’autore il motore dei destini umani e’ sempre il denaro. Pellicola lunghissima, dai costi esorbitanti e dalle scene proibitive (la scena finale fu veramente girata nella Death Valley) Greed e’ ricordato come Il piu’ bel film mutilato della storia del cinema : dalle originarie otto ore di lunghezza i produttori arrivarono a mettere in circolazione una versione di soli 100 minuti che pero’ conserva la potenza delirante del cinema di von Stroheim.
Queen Kelly del 1928 viene addirittura bloccato dai produttori per i costi altissimi e per la forte valenza erotica della pellicola, con la scusa che il film non avrebbe retto il confronto con i nuovi film sonori e l’avvento del sonoro diviene la scusa ufficiale per non produrre piu’ i film di questo regista visionario e battagliero, cosi’ a partire dai primi anni’ 30 Stroheim ritorna al ruolo di attore con esiti sempre molto buoni ma incastonando in questa sua seconda vita cinematografica due perle assolute della storia del cinema: il ruolo del capitano von Rauffenstein ne La grande illusione di Jean Renoir del 1937 e il marito maggiordomo di Norma Desmond, Max von Mayerling in Viale del tramonto.
Un regista meraviglioso, totalmente dimenticato dal Grande pubblico. Una cosa che se ci si pensa un pò su è drammatica, direi.
Ottimo post!!!
Scritto da: Orson | 14 maggio 2007 a 11:13
Sei una grande!
Scritto da: El gordo loco | 14 maggio 2007 a 11:39
danke, per restare in ambito teutonico :-)
Scritto da: ava | 14 maggio 2007 a 17:36