L’adolescenza di Accio Benassi si svolge a Latina, a cavallo tra gli anni ‘60-’70, in seno a una famiglia proletaria dove il piccolo Accio deve dividere le attenzioni con lo scomodo fratello maggiore, Manrico, fascinoso ed inaffidabile..
Mi pare un po’ riduttivo vedere in questa vicenda solo la contrapposizione tra le ideologie fasciste e comuniste che animavano i giovani dei tardi anni ’60: la figura di Accio e’ molto piu’ complessa del ragazzino che prima diventa picchiatore fascista perche’ lusingato dal venditore ambulante Mario (interpretato molto bene da Zingaretti) e che poi, deluso dai camerati, simpatizza con la sinistra, nel cui ambito si muove tutta la sua famiglia. E’ da prendere in considerazione anche il bel prologo in seminario dove Accio prova le prime delusioni “ideologiche” confrontandosi coi preti troppo indulgenti con le sue emergenti pulsioni sessuali, perche’ se Accio e’ dotato di una grande lucidita’ che gli permette di vedere la strumentalizzazione del pensiero fascista o l’inaffidabilita’ di Manrico, forse in risposta di questi limiti che coglie cosi’ bene, si muove sempre con un estremo rigore morale che cozza con la sua ingenuita’ di ragazzino. Mi pare che Lucchetti riesca a dipingere un ritratto molto approfondito e credibile di un giovane che viveva nella provincia italiana di quegli anni, caratterizzati da una forte vivacita’ emotiva e anche fisica che ben traspare anche dai nervosi movimenti di macchina; dove il film si fa piu’ debole e’ nel solito finale sospeso che lascia in sospeso anche il personaggio di Francesca e mi domando il senso di chiudere con Amore disperato di Nada, un brano del 1983 immesso in una colonna sonora estremamente rigorosa nel fungere da marcatore storico: immagino che quelli che vediamo siano Accio e il nipote Amedeo, (interpretato dal memorabile Vittorio Emanuela Propizio che interpreta Accio da ragazzino) ma mi sfugge il vero senso di queste immagini.
Dubbi sul finale a parte, il film resta molto significativo e si fa notare per le grandi prove attoriali che offre: oltre ai gia’ citati Zingaretti e Propizio, da sottolineare l’ottima prova di Angela Finocchiaro nei panni della madre che da il meglio di se’ nella parte finale come un’intensa vecchia mater dolorosa e soprattutto ottima prova del protagonista Elio Germano, che finalmente ha trovato un ruolo che ne rivela in pieno tutte le potenzialita’, ma che da tempo si faceva notare tra i giovani attori italiani.
Applausi per Luchetti, un regista che fin'ora non mi aveva mai convinto del tutto.Questa è una storia forte, di quelle che ti acchiappano e non ti lasciano facilmente.Girata bene,scritta con cura, interpretata da dio.Se c'è qualke incongruenza temporale lo si perdòna.Nella puntuale colonna sonora non stona " Amore disperato" perchè alla fine della storia siamo all'alba degli anni 80, un'era lontana anni luce dalla precedente, purtroppo e/o per fortuna.E il finale non lo trovo sfuggente, mi piace molto la svolta "rimbokkiamoci le maniche e riprendiamoci la nostra vita" del protagonista ( Germano: lo seguo da dieci anni, in una buona generazione di attori è il migliore ).Infine non sono neppure d'accordo con chi trova manichea la rappresentazione fascisti-comunisti nel senso di scemi e cattivi contro buoni e intelligenti. In realtà l'ironia o meglio la parodia è sparsa a piene mani su entrambe le condizioni.ALP
Scritto da: alp | 26 aprile 2007 a 21:53
sulla svolta rimbocchiamoci le maniche sno d'accordo e fino a li' il film e' piaciuto: e' proprio quel giro di macchina finale intorno a germano e propizio che ho trovato un po' inutile, ma e' un peccato poco piu' che veniale, anche a me il film e' piaciuto molto e sono felicissima per Germano che pure io seguo con attenzione da tempo.
D'accordo anche sul discorso della distinzione manichea, e oltre all'ironia sparsa a piene mani su entrambi le fazioni, visto come finisce il film, lo trovo piuttosto scoraggiante per le posizioni di estema sinistra.
Scritto da: ava | 27 aprile 2007 a 17:13
Un bel film e mi e' piaciuta molto l' interpretazione di Vittorio Emanuela Propizio.
ciao
Scritto da: roy | 28 aprile 2007 a 13:32
Sono d'accordo su tutto.
Germano mi è piaciuto molto, su di lui scommetterei molto di più e spero che qualche bravo regista gli offra dei ruoli di maggior impegno.
Più scettico su Lucchetti. Sarà che ricordo troppo il suo precedente film, ma tendo a pensare che "Mio fratello" impressioni favorevolmente per merito soprattutto del libro e delle mani sempre sicure di Rulli e Petraglia.
ciao
Scritto da: snaut | 30 aprile 2007 a 01:21
puo' essere snaut, pero' l'autore del libro ha preso le distanze dal film che e' ben diverso: manrico non c'e' nel libro, a quanto ho letto.. per cui merito a una gran sceneggiatura :-)
Scritto da: ava | 02 maggio 2007 a 17:43
Ero un pò disinformato allora :-|
A questo punto credo che leggerò il libro.
Scritto da: snaut | 04 maggio 2007 a 00:43
ooh ecco. allora non sono il solo ad essere rimasto... non dico deluso, ma un po' all'asciutto con quel finale un po' monco, "poetico" nelle intenzioni ma in realtà un po' cheap.
Ma per il resto, il film è davvero bellissimo.
Scritto da: Noodles | 09 maggio 2007 a 20:35