Comincia con la lettura di “Io so” il famoso articolo di Pasolini, lo spettacolo che Carlo Lucarelli ha dedicato al caso del regista trucidato brutalmente la notte del 2 novembre 1975. Con il suo solito modo di analizzare lucidamente i fatti, il giallista ripercorre quasi quarant’anni di storia italiana, cominciando da quella tragica notte in cui una pattuglia ferma sul lido di Ostia un ragazzotto che guida contromano una macchina che risulterà essere intestata a Pier Paolo Pasolini.
S ripercorre la storia giudiziaria fino ai giorni nostri, con gli ultimi colpi di scena che sono ben noti: Pelosi che dopo trent’anni cambia versione e confessa di non esser stato solo quella notte a Ostia, ma di esser stato a sua volta una vittima, testimone costretto al silenzio da una banda di picchiatori.
Mentre Lucarelli espone i fatti, sul palco, alle sue spalle, troneggia un’immagine di Pasolini, un dettaglio degli occhi penetranti che quasi riescono a metterti a disagio, durante lo spettacolo sullo schermo passeranno anche spezzoni dell’inchiesta privata che Citti fece sui luoghi della morte e immagini di opere pasoliniane, in particolare Comizi d’amore.
Con la stessa lucidita’ con cui esamina i fatti processuali, Lucarelli passa ad illustrare il periodo storico in cui quell’evento va inserito: i primi anni ‘70 con l’escalation della violenza tra bande di destra e sinistra, a partire dai fatti del 1969 a Villa Giulia con la scomoda posizione presa in merito da Pasolini.
Non da risposte Lucarelli, ma l’intento che si prefigge all’inizio dello spettacolo lo raggiunge: chiunque sia stato il mandante di quell’omicidio aveva interesse che Pasolini fosse trovato in quel modo: in un luogo squallido, appartato con un ragazzino a cui aveva tentato di usare violenza, affinche’ il ricordo equivoco della sua morte mettesse in ombra tutto il suo lavoro, soprattutto quello degli ultimi anni, nel quale trapelava il fervente impegno civile del poeta e quando lo spettacolo si chiude sulle note di Che cosa sono le nuvole e’ un pubblico commosso quello che applaude, lo stesso pubblico che ha ascoltato in religioso e attonito silenzio il racconto di oltre quarant’anni di assurda storia italiana, a partire dal Caso Mattei per arrivare a Gomorra di Roberto Saviano.
Da non perdere.
Bello!!! Lo voglio vedere anch'io!!!
P.S. La colonna a sinistra della foto si legge male...
Scritto da: Manu | 20 febbraio 2007 a 13:57
manu, vedillo che ti piacera' assai! :-)
Scritto da: ava | 20 febbraio 2007 a 17:44
si ok. i misteri rimangono. Ma che Pasolini andasse a marchette era cosa nota. In un pezzo di Petrolio, il romanzo incompiuto c'è una bella scena in cui il protagonista, lui, nella periferia di campagna romana (quando ancora vedevi le pecore in città...) fa sesso con un gruppo di ragazzi che a turno gli si avvicinano e gli ordinano di succhiare.
Anche il sadomasochismo di Pasolini emerge in quella scena unito all'amore per il sottoproletariato, che si esprimeva anche in quel modo.
Scritto da: | 22 febbraio 2007 a 17:38
scusa ma non mi ha preso i dati... ^_^
hstruman.
Scritto da: hstruman | 22 febbraio 2007 a 17:39