Mi rallegra molto l’enorme successo che sta ottenendo quest’anno la terza edizione di M’illumino di meno organizzata da caterpillar per celebrare la giornata in cui venne firmato il protocollo di Kyoto .
Non si tratta solo di condivisione di ideali, vivo questa giornata come momento di riscatto perche’ io sono una persona fortemente segnata da un’educazione improntata sul risparmio energetico (scrivo mentre la flebile luce del tramonto indora la stanza e indosso i tre maglioncini con cui supero l’inverno riscaldando la casa con un massimo di 20,5°)
Il mio imprinting risale all’infanzia: la parsimonia insita nei miei genitori (per tacere di quella di mio zio!) trovava ulteriore giustificazione nel fatto di vivere in una cascina dalle camere grandi come monolocali (mediamente 5m e rotti x6) per cui i classici lampadari a quattro o sei bracci rispondevano a un complicato sistema di illuminazione: alla prima pressione sull’interruttore si accendevano tutte le lampadine, al secondo solo le tre di destra la terzo solo quelle di sinistra e al quarto finalmente si spegneva la luce, me lo ricordo benissimo perche’ quando nell’adolescenza iniziai a vedere una sfilza di film dell’orrore che terminavano a tarda notte, per arrivare al piano superiore dovevo attraversare un’infilata di due stanze illuminate in questo modo e non era certo piacevole restare sulla soglia di una camera buia di una vecchia casa del ‘400 a giocherellare con l’impianto elettrico dopo aver visto Il teschio maledetto ma era di gran lunga preferibile combattere con la suggestione che sorbirsi le solfe parentali per aver lasciato le luci accese oltre che essere andata a dormire tardi.
Ho recepito cosi’ bene il messaggio di non sprecare elettricita’ da provare fastidio fisico nell’assistere a inutili sprechi, il che mi porta a sindacare anche sulle abitudini energetiche delle case altrui: l’apoteosi la raggiunsi alla fine degli edonistici anni’80 quando un vicino di casa della mia amica, un simpatico cinquantenne che sublimava le sue crisi di mezz’eta’ ascoltando le nostre (dis)avventure, ci invito’ a casa sua, eravamo sedute in salotto e il tizio arrivo’ dalla cucina con qualcosa da bere lasciandosi alle spalle le lampade accese in cucina e corridoio: onde evitare lo strabismo incipiente, dovuto alla coda dell’occhio che cadeva sempre su quello spreco mi vidi costretta a invitarlo a spegnere le luci inutili cercando di mascherare il disappunto dietro un po’ di gentilezza. Adesso che ci penso, da quella volta non ci invito’ piu’ salire da lui..
Oggi cerchero' di non superare i 90 Km/ora per risparmiare un po' di gasolio.
Ciao :-))
Scritto da: roy | 16 febbraio 2007 a 19:37
Che bello! Mi pare di vederti, con l'inquietudine che ti segue, di notte, alle prese con il complicato sistema di illuminazione! :o)
Concordo riguardo agli sprechi. Ammetto di non essere scevra da qualche tuo possibile rimbrotto, ma faccio del mio meglio, ecco. ;o)
Scritto da: Emanuela | 17 febbraio 2007 a 13:04
mio nonno, da buon piemontese, seguiva la gente per la casa e appena quelli uscivano da una stanza zac lui spegneva la luce. io devo aver preso da lui tranne che per le televisioni, quelle le lascio sempre accese. però prima di andare a dormire, memore di un consiglio udito in uno spettacolo di grillo (il comico), spengo la televisione da dietro, altrimenti rimane quel leddino rosso che grillo dice che consuma un sacco.
Scritto da: abteilung | 17 febbraio 2007 a 15:24
Anche io sono cresciuta in una casa fredda, singola, in campagna, impossibile riscaldare sopra 19 gradi. Ora vivo da anni in un appartamento, e mi stupisco tutte le sere, di tornare a casa e trovare già i 19 gradi, in pieno inverno, e con i termosifoni spenti. Per me in casa si sta sotto i 20 gradi con il maglione, è stato anche il mio imprinting, quando vado a casa di chi tiene 23-24 gradi e sta in maglietta mi sento piuttosto stranita.
Scritto da: Garnant | 17 febbraio 2007 a 17:12
...uhmmmm...il teschio maledetto, interessante :-)
Scritto da: roy | 19 febbraio 2007 a 08:27
roy ce n'era ancora uno piu' pauroso di cui non ricordo il nome, accidenti! :-/
cmq spero che i 90km/h tu non li facessi in citta'! :-P
manu non farmici pensare che sinto ancora i brividini lungo la schiena.. ghhhh
bravo abteil che mantieni le tradizioni famigliari ;-)
anche io ormai sono convertita allo spegnimento del leddino
garnant e quelli che ci dormono con oltre 20 gradi??? pazzi! O_______0
Scritto da: ava | 19 febbraio 2007 a 17:32