La diva dagli occhi viola è scomparsa il 23 marzo 2011
75 anni anni per la star dagli occhi viola, nata a Londra il 27 febbraio 1932. La famiglia e’ originaria degli USA e torna negli States nel 1939 per sfuggire all’imminente guerra.
Vivendo a Los Angeles la bellezza della piccola Liz non sfugge ai tycoon che ne fanno una baby star, con i successi Torna a casa Lassie! del 1943 e Gran premio del 1944, ma il ruolo che personalmente apprezzo di più della sua infanzia e’ quello in La porta proibita, versione del romanzo di Jane Eyre del 1944 diretto da Robert Stevenson e interpretato da Joan Fontaine e Orson Welles. Liz, non accreditata, è la piccola Helen Burns, l’amica di Jane negli anni in collegio che muore di polmonite perché lasciata un’intera notte sotto la pioggia a causa dei suoi peccaminosi capelli ricci che non si lasciavano raccogliere nelle severe pettinature del collegio.
Nel 1949 e’ la leziosa Amy nella seconda versione di Piccole donne firmata da Mervyn LeRoy e finalmente nel 1950 la diva bambina diventa adulta ne Il padre della sposa: è lei infatti la giovane figlia di Spencer Tracy che sta per sposarsi nella divertente commedia di Vincente Minnelli , che l’anno seguente avra’ un sequel in Papà diventa nonno.
Sempre del 1951 e’ accanto a Montgomery Clift in Un posto al sole di George Stevens dove la bella Liz dimostra non solo di essere cresciuta ma di aver anche talento.
Gli anni cinquanta la decretano una delle donne più belle del mondo, regina del gossip (in tutto collezionerà otto mariti) ma i film che gira non brillano per il loro valore anche se nel 1954 vince il suo primo oscar per il melodramma L’ultima volta che vidi Parigi, nel 1956 fa parte del cast de Il gigante, pellicola funestata dalla morte di James Dean durante le riprese; ad avere un vero spessore è il ruolo di Maggie in La gatta sul tetto che scotta (1958) accanto Paul Newman, per la regia di Richard Brooks.
Nel 1959, sempre da una piece di Tennesse Williams gira Improvvisamente l'estate scorsa di Joseph L. Mankiewicz accanto all’amico Montgomery Clift e la grande Katharine Hepburn.
Nel 1963 e’ Cleopatra nell’omonimo film diretto da Joseph L. Mankiewicz: il megakolossal dedicato alla più famosa regina d’Egitto è passato alla storia non tanto per i meriti artistici, ma per aver fatto incontrare la Taylor e Richard Burton dando vita a uno dei sodalizi artistico-sentimentali più burrascosi della storia del cinema; inoltre il film, per i suoi costi esorbitanti mandò in fallimento una delle più grosse major, la Twentieth Century Fox.
Nel 1966 arriva il secondo oscar per Chi ha paura di Virginia Woolf? girato con Burton (insieme lavoreranno in 12 film), nel 1967 e’ Leonora Penderton, annoiata e fedifraga moglie del maggiore Penderton, interpretato da uno strepitoso Marlon Brando sotto la direzione di John Huston in Riflessi in un occhio d'oro ma è anche una superba Katahrina ne La bisbetica domata di Zeffirelli, sempre accanto a Richard Burton.
La relazione tempestosa con Burton, l’alcol sembrano mettere precocemente Liz Taylor sul viale del tramonto, ma tra film non memorabili (l‘ultimo è The Flinstones nel 1994) e apparizioni in serie televisive, è il teatro a rivalutare l’attrice con ottime prove sui palcoscenici inglesi nei primi anni ‘80; ma la vita di Liz è sempre stata un’altalena di successi e clamorosi flop, altalenante è anche la sua salute che più volte ha destato preoccupazioni: speriamo di rivederla presto più battagliera che mai.
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