Usa 1922
con Gloria Swanson e Rudolph Valentino, Alec B. Francis, Robert Bolder, Gertrude Astor, Mabel Van Buren
regia di Sam Wood
titolo Italiano: L'età di amare
Un film sicuramente piu’ affascinante per le vicissitudini che per il valore artistico: per lunghissimo tempo si e’ creduto che di quest’opera fossero sopravvissuti pochi fotogrammi, quando un collezionista nel 2002 ne ha donato una copia integrale al Nederlands Filmmuseum, che lo ha restaurato e distribuito nel 2005.
Si trattava certamente di un blockbuster per l’epoca, visto che per la prima volta recitano insieme due divi del muto, Rodolfo Valentino e Gloria Swanson, fatto inconsueto per l’epoca, come nota Martin Scorsese nella breve introduzione al film.
La storia e’ una smielata vicenda d’amore: Theodora Fitzgerald e’ l’ultimogenita di un capitano della Marina Britannica e le sue attempate sorellastre puntano sulla sua belta’ per risollevare le sorti della famiglia tramite un matrimonio d’interesse. Mentre le due organizzano un matrimonio con un vecchio e malato milionario, Josiah Brown, la bella Theodora, caduta in mare viene salvata dal bel conte di Bracondale, tra i due e’ subito amore ma la fanciulla si sacrifica al matrimonio d’interesse per amore verso il padre. In viaggio di nozze sulle Alpi Theodora cade in un precipizio e a salvarla e’ nuovamente l’aitante Hector, che ormai innamorato si mette sulle sue tracce e la ritrova a Parigi: durante una gita a Versailles le rivela il suo amore che Theodora confessa di ricambiare pur non potendo venir meno all’impegno con il marito. A un certo punto si mette di mezzo la promessa sposa di Hector che scoperta la passione che lega il suo fidanzato alla donna sposata, scambia gli indirizzi delle due lettere che Teodora aveva scritto al marito e ad Hector. Il vecchio Josiah scopre cosi’ la verita’ e parte con una spedizione in Egitto da lui sovvenzionata, qui viene ferito da un attacco dei predoni e muore non prima di aver dato la sua benedizione all’amore che lega i due giovani.
Che il film fosse un’opera di richiamo, lo dimostra non solo la presenza di ben due divi, ma anche i continui cambi di scenografia, alcuni sono fondali (le Alpi, la reggia di Versailles) altri girati in esterni: le coste inglesi, il deserto. Ad aumentare il cote’ romantico c’e’ la profusione di costumi: oltre allo sfoggio di pellicce e abiti del bel mondo, non mancano momenti fantastici come quello a Versailles dove Valentino e la Swanson si ritrovano in abiti settecenteschi, mentre la spedizione nel deserto ritrova i documenti che narrano il supplizio di una fedifraga e il vecchio Josiah immagina la giovane moglie nelle succinte vesti della condannata.
Per quanto riguarda gli attori, ho trovato molto convincente la prova di Valentino, la Swanson e’ troppo “panterona” per il ruolo della donna onesta: nonostante sia molto piu’ paffuta gli occhi sono maliardi e le mani artigliate come nella sua piu’ celebre interpretazione, la Norma Desmond di Sunset Boulevard
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