Sono entrata in sala con qualche riserva e ne sono uscita completamente entusiasta, affascinata dalla ricostruzione del periodo storico, non tanto da un punto di vista puramente scenografico (un pezzo liberty potevano anche infilarcelo visto che il film e’ ambientato nell’ultimo quarto del XIX secolo, per dire..) ma per la qualita’ della trama che ha il respiro di un grande romanzo dell’epoca, fatto di colpi di scena e di protagonisti ossessionati dalle loro passioni e in Borden e Danton e’ possibile scorgere una rivisitazione di due archetipi nati dalla letteratura di quel periodo: Alfred Borden, per tre quarti del film, prima che si scopra o si intuisca (come non e’ difficile fare) il suo segreto, non e’ in fondo una sorta di Dr Jekyll e Mr Hyde? Mentre il desidero di rivalsa del Grande Danton non lo trasforma in un terribile Frankenstein (sia lo scienziato che il mostro)?
E’ molto intrigante anche la specularita’ dei due personaggi: se apparentemente il cattivo e’ Borden, che non esita a sacrificare colombe e mettere a rischio vite umane per soddisfare il pubblico, ben piu’ crudele si rivela essere Danton, che proprio come un novello Frankenstein supera ogni barriera morale in nome di una sterile ossessione.
Tema del doppio, inganno della visione.. non e’ difficile intuire che “il prestigio” di cui parla il film riguarda il cinema e genialmente Nolan, che con il suo esordio fulminante , Memento ha spostato i confini del cinema contemporaneo facendo della destrutturazione filmica la moda del momento, riparte dagli esordi dell’avventura cinematografica, che, non va mai dimenticato, nasce come semplice e curiosa attrazione del vaudeville, di quei teatri di infimo ordine dove inizia la carriera dei due maghi rivali. E se all’ingresso in sala sorridevo pensando che mi sarei trovata davanti a uno scontro tra il novello Batman e Wolverine, anche la scelta dei due attori cosi’ legati a ruoli fantastici acquista una suo significato nel faccia a faccia finale tra i due illusionisti, quando, smontando i segreti che hanno accompagnato le loro esistenze in realta’ riflettono sul cinema, ultimo depositario di una magia che nasconde banali e forse crudeli trucchi.
Un meraviglioso capolavoro.
Sceneggiatura, fotografia, regia, scenografie e costumi...sono ottimi.
Eppoi...un film dalla struttura perfetta.
PEr me...meglio perfino di "The Departed".
Mi sa che la settimana prossima vado a rivedermelo!
Scritto da: El gordo loco | 12 gennaio 2007 a 18:34
Anch'io sono uscito dalla sala entusiasta.
Un capolavoro? Sì, un capolavoro.
Ciao
Paco
Scritto da: Paco | 12 gennaio 2007 a 20:19
splendida questa recensione! Mi piace in particolare la riflessione sui due romanzi "gotici" e l'idea "extrafilmica" (io adoro queste cosucce) di prendere due attori ex-supereroi-fantastici. Brava avag! :)
Scritto da: Noodles | 12 gennaio 2007 a 23:37
grazie noodle, anche il tuo collegamento con Orson era molto acuto.. infatti non mi era venuto in mente ;-)
hai ragione gordo: una volta sola non basta! :-)))
mai stata piu' d'accordo paco: capolavoro! :-)
Scritto da: ava | 15 gennaio 2007 a 18:13
Eh sì, proprio un bel post, brava Ava! Non avevo pensato ai due super-eroi com eprotagonisti...
Anche a me era venuto in mente il buon vecchio Orson. ;o)
Di Nolan ho anche "The following", che mi deciderò a vedere presto a questo punto.
Scritto da: Emanuela | 15 gennaio 2007 a 18:42
grazie manu.. :-*
Scritto da: ava | 15 gennaio 2007 a 19:55
ho purtroppo perduto il film. mi aspettavo un commento sull'interpretazione di michael cane che uno dei miei attori preferiti, un attore pazzesco e molto british, lo adoro! allora com'è?
Scritto da: monica | 16 gennaio 2007 a 13:42
mah.. indubbiamente caine e' bravo, peccato che ultimamente si stia fossilizzando nel ruolo di cameriere tuttofare e saputello
Scritto da: ava | 17 gennaio 2007 a 18:53
Concordo con te Ava riguardo a Caine.
Scritto da: Emanuela | 17 gennaio 2007 a 21:46