E cosi’, nella settimana piu’ complessa per la lirica italiana, anche Alessandria ha dato il suo contributo portando in scena venerdi’ scorso, la Turandot con un allestimento sponsorizzato dagli enti cittadini.
Questa e’ stata la seconda opera lirica a cui ho assistito in vita mia e mi sono divertita moltissimo anche perche’ grazie a lui ormai sono una assidua ascoltatrice de La barcaccia quindi e’ stato divertentissimo fare la melomane criticando la bella voce della soprano che pero’ aveva una pessima dizione, infatti non si capiva nulla, la star indiscussa della serata e’ stata la cantante Rim Sae Kyung nella parte di Liu’, mentre il tenore spagnolo Ignacio Encinas deve aver preso spunto dall’Alagna Gate perche’ per i due primi atti ha risparmiato la voce e all’inizio del terzo atto eravamo tutti molto preoccupati per il Nessun dorma ascoltato in reverenziale silenzio e magistralmente interpretato dal cantante che si e’ preso qualche minuto buono di applausi a scena aperta.
Notevolissima la scenografia fatta di macchine teatrali mobili che hanno davvero incantato il pubblico, anche se alcune scelte si sono rivelate incomprensibili: perche’ in un perfetto allestimento in costume i tre ministri Ping Pong e Pang erano vestiti in frac e ghette?
Da viscontiana convinta devo muovere le mie critiche alla regia: quando all’inizio del primo atto Turandot si sporge dalle mura del Palazzo e lascia cadere il fazzoletto per negare la grazia al principe che non ha risolto gli enigmi apparendo per la prima volta a Calaf che si innamora a prima vista, il tenore canta l’aria in cui celebra la sua bellezza non verso la finestra ma girato dall’altra parte per cantare a favore di pubblico! Dico, e’ da Senso del 1954 che il grande Maestro stigmatizzava questo vezzo di cantare per il pubblico invece che recitare l’opera (inizio del film, a teatro: il tenore intona di quella pira l’orrendo foco abbandonando i compagni per andare a cantare dal limitare del proscenio) e proprio nell’anno del centenario viscontiano si ripropone questo stile operistico???
I tre ministri rappresentano la nota buffonesca del dramma (cfr la bella versione diretta da Meta con la direzione di Ymou, Pechino 1998) e qui si è voluto calcare la mano rendendoli elemento estraneo con tanto di frac, ghette e macchina fotografica.
scelta non felicissima, a mio modesto avviso.
per il resto, concordo. Poco chiara la dizione di Turandot, magnifica l'interpretazione di liù.
Notato che quando al momento degli applausi quasi veniva giù il teatro per lei?? :)
Bravi anche i musicisti, apprezzabile lo stacco con cui il direttore ci ha avvertiti che in quel punto terminava il lavoro di puccini e da lì in poi si adottava il finale di alfano.
Scritto da: ehvvivi | 18 dicembre 2006 a 21:52
una scelta molto infelice: sono entranti portanto il gon ge io subito ho pensato che fossero musicisti o attrezzisti che si erano dimenticati di finire di allestir la scena poi han cantato e ho capito chi erano.. :-/
per il resto concordo, musicisti molto bravi.. peccato non aver saputo che c'eri senno' ci facevano un salutino! :-)
Scritto da: ava | 19 dicembre 2006 a 17:54
wow! I'm blushing (per la citazione).
Benvenuta in Barcaccia!
Dì la verità che al posto della soprano avresti preferito Manuel Mensà (V. Barcaccia ora in onda)
:-)
Scritto da: passim | 20 dicembre 2006 a 13:38
doverosa, passim piu' doveroa e poi e' lasemplice verita': se non fosse per te non saprei della sua esistenza..
in effetti 'sto Manuel mi incuriosisce, se va in porto quel progetto con la Milo non me lo voglio perdere! :-)
Scritto da: ava | 21 dicembre 2006 a 04:05