Libia 1940, un reparto della sezione Sanita’ del Regio Esercito Italiano si accampa in oasi del deserto con la convinzione di essere li' a combattere una guerra lampo praticamente gia' vinta, ma le cose andranno molto diversamente...
A 91 anni Monicelli torna con un film che rispecchia la sua teoretica piu’ sentita: un’avventura a meta’ strada tra La Grande Guerra e L’armata Brancaleone dove il regista mette
in scena l’apparente cinismo degli italiani che lascia spazio ad ampi squarci di umanita’, l’irrisione del potere, le classiche caratterizzazioni regionali, dal romano linguacciuto al veneto beone.
L’opera ha delle pecche innegabili, soprattutto dal lato tecnico: non si capisce se le accelerazioni di alcune riprese siano da imputare esclusivamente ad una pessima post-produzione al computer o avessero un qualche recondito significato; altrettanto impossibile la colonna sonora, soprattutto la musica tecno-etnica che accompagna tutte le comparse del capo tribu’.
Da sottolineare anche alcuni buchi di sceneggiatura che rendono la trama un po’ dispersiva.
Riconosciuti doverosamente i limiti della pellicola, va soprattutto detto che ci sono momenti di grande partecipazione emotiva come nel commovente episodio del soldato Sanna, la grande prova attoriale di un rude Michele Placido nei panni del frate missionario nel villaggio vicino al quale si accampa il reparto medico guidato dal Maggiore Strucchi, un Alessandro Haber dalla stralunata compostezza, e quella sorprendente e molto divertente del critico Tatti Sanguineti nei panni del generale Pederzoli ma soprattutto c’e’ tutta la capacita’ di Monicelli di prendersi gioco per l’ennesima volta dell’italico spirito guerriero, sottolineando le ridicole condizioni con cui i nostri soldati andavano (vanno?) in guerra, armati di roboante retorica e qualche straccio ed in tempi di rigurgiti di orgoglio patrio non e’ per niente poco.
Mi e' piaciuto molto.
Soprattutto la parte di Placido.
La scena dove il soldato Romano si confessa e' divertentissima.
Ciao
Scritto da: roy | 21 dicembre 2006 a 18:59
pensavo che la cosa che avresti preferito sarebbero stati i camion d'epoca, erano perfetti!
Scritto da: ava | 22 dicembre 2006 a 00:34
ciao. Buon Natale,che possa essere sereno e pieno di sorprese, affetto e piccole gioie.
Berrò un calice di prosecco anche alla tua salute.
Percorsidiversi.
Scritto da: hstruman | 22 dicembre 2006 a 12:43
grazie mille hstruman, che queste feste ti portino quello che piu' desideri!
Baci e abbracci
Scritto da: ava | 22 dicembre 2006 a 13:34