**L'attore è scomparso il 5 febbraio 2020**
Issur Danielovitch Demsky nasce a New York il 9 dicembre 1916 da una famiglia ebrea di origini russe. Completati gli studi con l’accademia d’arte drammatica fa qualche apparizione secondaria a Broadway prima di arruolarsi in Marina nel 1941. Nel ‘46 debutta sul grande schermo dove si fa notare come il marito odioso di Barbara Stanwyck in Lo strano amore di Marta Ivers.
Nel 1947 e’ Whit Sterling l’antagonista di Robert Mitchum, detective in cerca di una nuova vita in uno dei piu’ bei noir di sempre firmato da Jacques Tourneur la cui trama sta anche alla base di A history of violence di Cronenberg.
A questo film segue un altro noir di qualita’ inferiore Le vie della citta’ (1948) diretto da Byron Haskin che ha il merito di far incontrare Douglas e Burt Lancaster: la coppia sara’ protagonista di ben sette film tra i quali va ricordato Sfida all’O.K. Carral firmato da John Sturges nel 1957; pare pero’ che il mito della loro amicizia fosse solo una trovata pubblicitaria.
Nel 1949 Kirk Douglas si fa notare dalla critica per l’intensa prova de Il grande campione storia di un boxeur che rinnega la famiglia diretta da Mark Robson, per questa pellicola l’attore ricevera’ la prima delle sue tre nomination all’Oscar (senza mai vincerne uno come puo’ accadere solo ai grandissimi).
Nel 1951 e’ Chuck Tatum, il cinico giornalista che non esita a prolungare l’agonia di un uomo intrappolato in una miniera nel capolavoro di Billy Wilder L’asso nella manica; il film fara’ e definitivamente decollare la carriera di Douglas.
Dopo il bel western di Hawks Il grande cielo, sempre nel 1952 gira per Vincente Minnelli Il bruto e la bella, accanto a Lana Turner: la sua interpretazione di Jonathan Shields, il produttore geniale e senza scrupoli gli vale una nomination agli Oscar; la stessa équipe riprendera' 10 anni dopo la critica sul cinema americano, esasperando i toni negativi: infatti nel 1962 Kirk Douglas interpretera’ sempre per la regia di Minnelli un attore sul viale del tramonto nel meno riuscito Due settimane in un'altra città.
Nel 1955 l’attore e’ in Italia per interpretare Ulisse nell’omonimo film di Mario Camerini, pellicola che apre la grande stagione della dolce vita della “Hollywood sul Tevere”. Altro eroe d’avventura (ma di tutt’altra epoca) per il ruolo nel film seguente 20.000 leghe sotto i mari per la regia di Richard Fleischer, prima grande produzione della Walt Disney a uscire dal mondo cartoonper cimentarsi con attori in carne ed ossa.
Nel 1956 ancora per la regia di Vincente Minnelli, Kirk Douglas e’ un intenso e somigliantissimo Vincent Van Gogh nel biopic sugli ultimi anni della vita del grande pittore, Brama di vivere.
Del '57 l’incontro con Kubrick che lo dirige in Orizzonti di gloria, capolavoro antimilitarista che prelude all’altrettanto perfetto Spartacus realizzato nel 1960: oltre che protagonista Douglas produce il capolavoro kubrickiano con la sua casa di produzione nata nel 1955.
Nel frattempo nel 1958 l’attore veste i panni di un altro eroe epico, Einar nella saga d’ispirazione finnica I Vichinghi, diretto nuovamente da Richard Fleischer. Del 1960 e’ anche Noi due sconosciuti interpretato accanto a Kim Novak. E’ la disanima di un adulterio che diventa metafora dell’impossibilita’ di trovare la felicita’. Regia di Richard Quine.
Nel 1963 John Huston lo sceglie come protagonista del suo divertito thriller I cinque volti dell'assassino dove Kirk Douglas e’ un assassino con la mania del travestimento e in una serie di camei compaiono diverse star hollywoodiane nei panni piu’ disparati. Vanno ricordati il thriller politico del ‘64 Sette giorni a maggio diretto da John Frankenheimer, il dramma di guerra Prima vittoria (1965) diretto da Otto Preminger con John Wayne prima di arrivare a Uomini e cobra del 1970 accanto a Henry Fonda un western pungente in cui il regista Joseph L. Mankiewicz indaga un tema a lui caro, quello dell’avidita’ umana.
Nel 1978 ritroviamo l’attore diretto da Brian De Palma nel orrorifico Fury, il genere sovrannaturale Douglas l’aveva sperimentato anche l’anno prima nell’italiano Holocaust 2000 di Alberto De Martino. Dal horror alla fantascienza il passo e’ breve e allora ecco Douglas scienziato astronauta in Saturno 3 di di Stanley Donen (1980) e capitano della portaerei Nimitz riportata indietro nel tempo fino alla vigilia dell’attacco di Pearl Harbor in Countdown dimensione zero diretta sempre nel 1980 da Don Taylor.
Nel 1986 il settimo film con il sodale Lancaster, i Due tipi incorreggibili sono due vecchi gangster che escono dopo trent’anni di galera, il film e’ francamente un’occasione mancata. Lo stesso si puo’ dire per Vizio di famiglia dove per la prima volta Kirk recita accanto al figlio Michael Douglas e al nipote Cameron.
L’ultimo film per il grande schermo interpretato dal’attore e’ Illusion, diretto da Michael Goorjian nel 2004 e non distribuito in Italia.
Dopo le tre nomination agli oscar per Il grande campione, Il bruto e la bella e Brama di vivere, Douglas ha ricevuto Oscar alla carriera nel 1996. Nel 1989 ha scritto l’autobiografia Figlio del venditore di stracci.
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