L’ultimo dei tre centenari che il cinema italiano festeggia quest’anno, dopo Rossellini e Visconti, e’ quello di Mario Soldati, figura un po’ anomala della cinematografia e della letteratura. Nato a Torino il 17 novembre 1906, inizia a frequentare giovanissimo gli ambienti liberali che ruotano attorno a Piero Gobetti, nel 1929 vinta una borsa di studio si trasferisce in America dove resta fino al 1931.
Tornato in Italia prende contati con il mondo dell’arte e diventa aiuto regista di Mario Camerini, dopo alcuni film girati a due mani l’esordio come regista avviene nel 1939 con la commedia Dora Nelson, pellicola ispirata alle slapstick d’oltreoceano che non fu molto amata alla sua uscita.
Da ottimo letterato qual’e’, Soldati porta sullo schermo due buone trasposizioni delle opere di Fogazzaro: Piccolo mondo antico (1941) che lancia definitivamente Alida Valli, facendola uscire dal ruolo di “fidanzatina d’Italia” e nel 1942 Malombra che ha per protagonista Isa Miranda, dato che alla Valli si erano schiuse le porte di Hollywood.
Sempre nel 1942 adatta per il grande schermo il romanzo di Cinelli, La trappola realizzando Tragica Notte, uno dei suoi pochissimi film che ha valenze neorealiste.
Segue Eugenie Grandet ancora con Alida Valli, girato nel 1946, come Le miserie di Monsieur Travet satira del mondo della piccola borghesia burocrate, che sara’ un tratto spesso presente nel cinema di Soldati.
Nel 1948 il drammatico Fuga in Francia, storia di uno sconfinamento oltralpe da parte di un gerarca fascista col figlio che nel viaggio si unisce ad alcuni operai che vogliono espatriare in cerca di lavoro, rappresenta la seconda incursione del regista nel neorealismo.
Nella prima meta’ degli anni ’50 Soldati alterna commediole leggere che spesso hanno per protagonista Walter Chiari a film di cappa e spada; solo nel 1953 torna da adattare opere letterarie con la trasposizione de La provinciale di Moravia nell’omonimo film con Gina Lollobrigida.
Del 1954 e' il thriller La mano dello straniero che racconta di un ufficiale britannico che deve venire a Venezia per rincontrare il figlioletto che non vede da anni ma viene rapito da spie jugoslave.
L’ultimo film del regista e’ del 1959, Policarpo “ufficiale di scrittura", divertente pellicola sui burocrati d’inizio secolo.
L’eclettico scrittore regista, viene affascinato anche dal mondo televisivo ed e’ uno dei padri delle inchieste giornalistiche con storici reportage come Viaggio nella Valle del Po del 1957.
Mario Soldati si spegne a Tellaro, vicino La Spezia, il 19 giugno 1999.
Ho visto un bel servizio, proprio ieri, sulla sua vita.
Proprio una bella persona.
Scritto da: roy | 17 novembre 2006 a 17:33
soldati è di torino e piemontese d.o.c. per questo non ne se ne parla. fosse stato di milano chissà quante commemorazioni.
Scritto da: abteilung | 18 novembre 2006 a 00:58
rai radiotre gli ha dedicato un ciclo di 10 puntate, durante le quali è stato possibile riascoltare la sua voce. E con molto anticipo sulla ricorrenza: già in settembre.
Potete riascoltare il programma andando sul sito della Rai. Qui:http://www.radio.rai.it/radio3/radio3_suite/view.cfm?Q_EV_ID=188050&Q_PROG_ID=68#
Scritto da: passim | 19 novembre 2006 a 08:26
anche all'opificio delle arti hanno (non posso dire abbiamo perche' purtotroppo me la son persa!) dedicato una serata a Soldati e all'altro grande piemontese Andreasi
grazie per il link passim, me lo vado a sentire con vero interesse
Scritto da: ava | 21 novembre 2006 a 23:56
Se andate sul sito delle celebrazioni per il centenario si Soldati (basta fare comitato Soldati) c'e un calendario d'iniziative talmente lungo che dimostra che non solo è ricordato ma è in atto una vera e propria riscoperta come
uomo di cultura chiave del novecento italiano. Nelle università come scrittore puro - nel cinema come uno dei maestri del cinema italiano moderno e come geniale autore televisivo quindi 'Viaggiatore del territorio'
Scritto da: Rosalba Vietri | 24 febbraio 2007 a 10:50