Il film inizia con la stessa immagine che chiudeva Le conseguenze dell’amore: al posto della testa di Titta che emerge dal cemento, c’e’ quella di una suora sepolta fino al collo nella sabbia, una figura che centra poco con la vicenda che il film andra’ a raccontare, ma certo la trama non e’ l’elemento portante di questo nuovo lavoro di Sorrentino, soprattutto nel finale un po’ inconcludente nella reazione di Geremia di fronte al precipitare della sua esistenza .
Quello che mi ha davvero colpito e’ piuttosto la sensazione che Sorrentino stia costruendo un bestiario moderno dove i suoi personaggi meschini, rappresentanti del lato peggiore della nostra societa’ riprendono le figure fantastiche dei bestiari medievali che simboleggiavano i vizi , in particolare Geremia de Geremeis e’ la quintessenza della persona viscida e laida: sarto usuraio brutto e sgraziato, con l’unghia del mignolo chilometrica, avido e avaro: vive assieme alla madre malata in un appartamento sporco e cadente da dove fugge anche una povera emigrata dell’est in cerca di fortuna; piu’ furbo che intelligente si crede colto grazie alla lettura di Selezione del Reader's digest, la sua unica forza e’ quella di esser realista e conscio dei propri limiti, ma bastera’ un’illusione amorosa per fargli tentare il salto verso giri d’affari piu’ grandi di lui.
Apparentemente non potrebbe esistere un essere umano peggiore del nostro protagonista, ma Geremia e’ circondato da persone che dietro un’esistenza rispettabile o l’avvenenza della giovinezza nascondo un animo gretto come il suo: dalla signora di mezz’eta’ che chiede i soldi a strozzo per farsi degli interventi di chirurgia plastica alla vecchia che si finge in fin di vita e coi soldi prestati va a giocare al bingo: Sorrentino mette in scena in maniera grottesca tutto lo squallore del nostro tempo e per farlo trova una location perfetta, l’Agro Pontino bonificato in epoca fascista con architetture geometriche costruite con materiali scadenti, senza vestigia storiche che possano ricordare una qualche grandezza passata: solo chiese di cemento armato e muri scrostati per ospitare questa umanita’ meschina.
Sull'ambientazione hai ragione ma per il resto il film è abbastanza deludente rispetto a le conseguenze dell'amore.
Solo che pare che italia non si possa dire che l'ultimo film di Sorrentino è un po' una delusione.
Un saluto.
Rob.
Scritto da: Roberto | 14 novembre 2006 a 16:50
per me sei libero di dire quel che vuoi.. :-)
personalmente penso che ci sia molta piu' delusione del dovuto perche' ci si aspettava un altro film "misurato" come le conseguenze dell'amore.
Scritto da: ava | 14 novembre 2006 a 17:26
Oggi alla feltrinelli di Napoli, sono stato all'incontro di Sorrentino, del produttore del film e di Valerio Caprara. Mi è spiaciuto non essere riuscito a vedere il film prima di andare a sentire il regista, che comunque m'è sembrato il tipo che non ama molto parlare del suo lavoro... e in un certo senso con ragione.
torno qui appena lo vedo al cine. :p
Scritto da: Noodles | 14 novembre 2006 a 23:00
Ma secondo voi, il braccio, come se lo sara' rotto? :-)
Scritto da: roy | 15 novembre 2006 a 00:39
Gliel'ha fatto rompere Jack Nicholson.
Scritto da: snaut | 15 novembre 2006 a 01:20
roy non lo so, ma l'idea di snaut non e' male! :-)
Noodles psero che racconterai nel blog il ghiotto evento a cui hai partecipato, e poi aspetto di sapere il tuo parere sul film, come sempre.. :-)
Scritto da: ava | 15 novembre 2006 a 12:46
Ora che ho visto il film, posso leggere il tuo post. Concordo con te Ava, qui non si salva nessuno.
Vogliamo parlare anche di Bentivoglio veneto? ;o)
Scritto da: Emanuela | 17 novembre 2006 a 13:37
manu, ma che vogliamo dire di Bentivoglio? io non sono oggettiva: per me' e sempre bello e bravo...ehhhhh ;-)
Scritto da: ava | 17 novembre 2006 a 13:43
eheheh Mi tocca concordare ancora una volta con te. ;o)
Scritto da: Manu | 17 novembre 2006 a 16:36
Certo non è Le conseguenze dell'amore, ma Sorrentino resta un grande, uno dei pochi registi italiani non provinciali per stile e coraggio. E un plauso particolare agli attori: senza nulla togliere al grande Rizzo io sono andato in sollucchero per la Chiatti e per il cowboy di Bentivoglio (eccezionale LOL).
Scritto da: Noodles | 22 novembre 2006 a 21:02
QUESTO FILM E' UNA FREGATURA E SOPRATTUTTO UNA MONTATURA.
DICIAMO CHE LA DISTRIBUZIONE HA CERCATO DI PERDERCI MENO POSSIBILE E HANNO INVENTATO SORRENTINO COME REGISTA. ALTRIMENTI NON SI SPIEGA.
iO DOPO DIECI MINUTI SAREI SCAPPATO.
TROPPE CITAZIONI E MI PIACEREBBE DIRE AL REGISTA CHE NON E' L'UNICO AL MONDO CHE HA
"LETTO" QUALCHE LIBRO. BASTA CON LE CITAZIONI DI ALTRI SCRITTORI E REGISTI NE ABBIAMO LE PALLE PIENE
Scritto da: | 15 dicembre 2006 a 20:22
Questo film mi è piaciuto molto.
Intenso, profondo, sprezzante e con tante inquadrature da ricordare.
BElla fotografia e splendide luci.
Il tuo è un post praticamente perfetto.
Sorrentino è un grande.
Scritto da: El gordo loco | 20 aprile 2007 a 11:15