La nascita della repubblica irlandese nei primi anni ‘20 si consolida con l'accettazione di un trattato con l‘Inghilterra che divide in due il partito indipendentista ed in particolare due fratelli che avevano condiviso l’ideale dell’indipendenza.
Un film non eccelso dal punto di vista artistico (la parte centrale e’ sicuramente didascalica e noiosa) che ha reso controversa la vittoria della Palma d’oro a Cannes.
Le parti piu’ interessanti che salvano il film sono l’inizio e la fine: un inizio diretto che entra subito in medias res, mostrando le violenze che l’oppressore inglese esercita sulla popolazione irlandese: piu’ che le cruente torture (che non avranno fatto distogliere lo sguardo a ben pochi spettatori) indigna la sorta toccata al ragazzo che si ostina a parlare in gaelico.
Ad interessare il regista non e’ la lotta per l’indipendenza contro gli inglesi ma il mostrare le dinamiche che portano alla spaccatura del movimento irredentista irlandese, rappresentato dai due fratelli: Damien che vuole fare il dottore e cerca di non farsi coinvolgere dalle lotte per l’indipendenza diventera’ un fiero oppositore del trattato che rende l’Irlanda una repubblica ancora asservita all’Impero Britannico, mentre Teddy l’ex seminarista acceso rivoluzionario si accontentera’ del trattato. Che le simpatie di Loach siano tutte per Damien e’ indubbio, ma mi pare che il racconto sia piuttosto equilibrato e permetta di comprendere anche le ragioni di chi ha accettato di scendere a patti con gli inglesi portando le proprie decisioni alle estreme conseguenze e il Loach che racconta storie di bivi che non ammettono via di fuga (My name is Joe) merita di essere visto.
Una volta tanto salvo anche il criticato titolo italiano: nella traduzione letterale della vecchia canzone irlandese il vento accarezza l’orzo (anzi lo scuote) ma nella nostra lingua e’ indubbiamente piu’ poetico accarezzare l’erba.
Un bel film che tutti dovrebbero vedere.
Scritto da: roy | 27 novembre 2006 a 18:27