Qualche dubbio (ragionevole o meno) ce l’ho a proposito del grande successo ottenuto da questo romanzo di Gianrico Carofiglio in cui non ho trovato niente piu’ che una piacevole lettura che pero’ mi ha lasciato molto poco.
Lo stile di scrittura, senza infamia e’ senza lode ha un taglio molto televisivo e presumo che molto presto vedremo un serial che narra le avventure dell’avvocato Guerrieri.
Riassumo lo scambio di battute tra l’avvocato e la segretaria che gli annuncia la visita della signora Kawabata, lui si fa ripetere il nome e nota acutamente che e’ un nome giapponese al che la segretaria risponde “Direi di si’, anche lei sembra giapponese, del resto”. Su questo dialogo che apre il quarto capitolo, ho avuto un flash e ho rivisto la fiction di cui non ricordo il titolo in cui Fabrizio Frizzi faceva l’avvocato: secondo me quello scambio di battute in bocca Frizzi non sarebbe stato male.
Anche la storia mi ha un po’ delusa: sono un po’ stanca di eroi pseudo-disillusi, che trovano il coraggio di seguire fino in fondo la propria etica, in questo caso difendere una vecchia conoscenza del ’68 che, in quanto capetto di un gruppo fascista, aveva fatto pestare l’avvocato adolescente che girava con l’eskimo.
La vicenda alletta con possibili svolte che non si realizzano mai: la malavita organizzata viene vagheggiata ma non si presenta mai a chiedere il conto a chi gli sta pestando i piedi, Natsu Kawabata ha l’allure della dark lady e un minimo di dubbio che sia meno pulita di quel che voglia apparire me lo conservo, in quanto all’amareggiato e disilluso Guido Guerrieri mi pare che si prenda la rivincita migliore su chi l’aveva fatto pestare in gioventu’, pur facendo trionfare la giustizia.
Ma l’apoteosi arriva all’ultimo capitolo dove gia’ dalle prime righe si capisce gia’ dove si andra’ a parare: una rivisitazione letteraria della conclusione di Casablanca con citazione dell’ultima famosa battuta del film , peccato che qui i due protagonisti fossero gia’ amici in precedenza e che il poliziotto avesse dato un contributo fondamentale alle indagini di Guerrieri.
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A me è piaciuto fino a tre quarti, poi il finale non è proprio in grado di tirare le fila di tutte le possibili vicende e si sgonfia. Però caspita, addirittura Frizzi! Io quell'uomo non lo reggooo! :o)
Scritto da: Emanuela | 26 ottobre 2006 a 19:28
ti giuro ho avuto un flash da paura, con frizzi: l'ho proprio visto! :-(
meno male che qualche insoddisfazione ce l'hai avuta pure tu, perche' in questo panegirico generale credevo di non avere neppure capito il libro.. :-/
Scritto da: ava | 26 ottobre 2006 a 19:47
eh eh, se tutte le volte dico che sono d'accordo con te sembra che prenda per il culo, ma è così. a me sto carofiglio puzza di bidone lontano un miglio.
Scritto da: abteilung | 27 ottobre 2006 a 11:05
abteilung, non vale! Se hai detto che non leggi gialli da decenni!!! ;o)
Scritto da: Emanuela | 27 ottobre 2006 a 14:05
oddio, quel dialogo che hai postato mi terrebbe lontano anche nel caso avessi deciso di leggerlo (idea che non m'ha neanche mai sfioriato). Ad ogni modo, il fatto che la "ficscion" tv influenzi la letteratura mi sa che è inevitabile ed è inevitabile ritrovare le stesse menate di bassa lega anche lì -_-"
Scritto da: Noodles | 27 ottobre 2006 a 15:34
abteil, ultimamente sei d'accordo, ricordo la tua strenue difesa di "Domino", non sono passati poi secoli.. :-)
Cmq anche 'sta scenetta che Carofiglio fa tutte le volte che va per talkshow, mi pare che sia anche nel promo delle invasioni barbariche (o l'ho visto a blob?) in cui dice che i suoi detrattori dicono che i libri glieli scrive la mamma.. ebbasta!
Forse basta questo per sentire puzza di fregatura, manu! ;-)
Noodles ero tentata di ripotarti qua tutto il dialogo, ma per tua fortuna son troppo pigra! ;-)
Scritto da: ava | 27 ottobre 2006 a 18:05
emanuela, mica l'ho letto, infatti la puzza la sento da un miglio di distaza... ;)
Scritto da: abteilung | 27 ottobre 2006 a 19:54