Un’opera piu’ furba che graffiante, che dipinge un bislacco ritratto di famiglia americana, gli Hoover, i cui componenti si aggrappano, ciascuno a proprio modo, al sogno americano, finendo per incarnare tutti i cliche’ delle commedie “alternative”: Richard, il capofamiglia ha investito tutti i suoi soldi in un suo progetto motivazionale ed e’ estremamente concentrato sul lavoro, Dwayne il figlio adolescente e’ in piena fase nietzchiana e ha fatto voto di silenzio per riuscire a diventare un pilota di jet, mentre la piccola Olive sogna di diventare una miss; la madre, Sheryl, cerca di tenere insieme il nucleo famigliare di cui fanno parte anche il suocero, che in vecchiaia ha scoperto i piaceri dell’eroina e dell’eros e il di lei fratello Frank, reduce da un tentativo di suicidio non per un amore non corrisposto ma perche’ il rivale in amore, oltre ad avergli soffiato il fidanzato (ovviamente non poteva mancare un gay!) gli ha fregato anche una borsa di studio declassandolo al rango di secondo studioso americano di Proust. Quando Olive viene ripescata da un precedente concorso e invitata a partecipare a Little Miss Sunshine in California, per una serie di motivi tutta la famiglia e’ costretta ad accompagnarla su un anacronistico pulmino anni ’70: ovviamente durante il viaggio i protagonisti riscopriranno i veri valori della vita.
La coppia di registi tenta tutte le carte per far decollare la pellicola, anche quella assolutamente fallita della commedia nera (il trafugamento della salma e’ forse il momento piu’ basso) ma il lavoro rimane solo a tratti divertente, senza avere mai la forza di andare oltre un’apparente cattiveria, scelta che comunque ha pagato perche’ premi, anche importanti, sono arrivati.
L’unica cosa davvero inquietante e ridicola del film erano le piccole miss con cui la normalissima Olive doveva gareggiare.
Una recensione equilibrata, molto "ni" o sbaglio? :)
Scritto da: snaut | 10 ottobre 2006 a 18:59
ni' ni', e' proprio ni'! ;-)
Scritto da: ava | 10 ottobre 2006 a 23:06