Il recupero di cinegiornali d’epoca, sfuggiti alla revisione post-ventennio permette di ricostruire l’avventura colonialista del gerarca Barbagli che, ritenendo che l’Italia dovesse espandersi anche verticalmente, riusci’ a conquistare il rosso (indi bolscevico) pianeta Marte.
Sulla qualita’ comica del film c’e’ poco da dire: Corrado Guzzanti e’ conosciutissimo per i pungenti personaggi tratteggiati nei programmi di satira televisiva ed in questa sua prima opera cinematografica, sviluppata dal progetto televisivo Il caso Scafroglia riconferma il suo ottimo talento comico (tra le trovate piu’ divertenti cito la volonta’ di respirare anche se su Marte manca l’aria ma soprattutto il conto alla rovescia fatto con i numeri romani).
L’opera di Guzzanti e’ attentissima a non farsi sfuggire nessun appiglio per metter alla berlina la storia attuale attraverso questo incredibile capitolo del periodo fascista: si va dalle armi di distruzioni di massa al riconteggio dei voti, tanto per citare i tormentoni piu’ attuali del nostro tempo.
L’intento di Guzzanti va oltre la semplice satira: l’avventura fascista su Marte diventa una parabola per rileggere quasi un secolo di storia italiana e forse questo e’ l’aspetto meno riuscito del film perche’ improvvisamente si esula da un contesto che, per quanto assurdo, fino a quel momento era stato ben definito, anche grazie alla valida ricostruzione del periodo storico, realizzata attraverso la colonna sonora che usa canzonette originali del ventennio o riadattamenti delle stesse che ne conservano lo spirito falsamente scanzonato e il recupero dello stile del cinegiornale LUCE con inquadrature spesso fisse, viraggi monocromi e righe che antichizzano la pellicola.
Quello che veramente incanta della pellicola e la solleva al di sopra della media di un buon film di satira destinato a contentare, per ovvi motivi, solo una parte di pubblico e’ lo stupefacente lavoro che Guzzanti fa sul linguaggio magniloquente della propaganda fascista: senza mai dimenticare l’esigenza comica di dover fare giochi di parole e gag verbali, l’autore riesce a restituire per intero l’atmosfera altisonante di quella prosopopea nazionale che trasforma il flashback in retrolampo per esaltare la purezza dell’italico idioma.
ho riso i primi dieci minuti, poi la monotonia ha preso il sopravvento. inoltre è stridente il contrasto tra le parti girate hai tempi del caso scafroglia, più curate, e quelle davvero amatoriali realizzate apposta per il film.
Scritto da: abteilung | 30 ottobre 2006 a 12:32
oh. :-(
io invece ho riso tutto il tempo come una pazza, che il film avesse grosse pecche temporali lo sapevo, visto che e' stato girato in 4 anni e nei ritagli di tempo, pero' ho trovato meno difetti di quel che mi aspettavo.
Scritto da: ava | 30 ottobre 2006 a 12:38
Ho sentito in un'intervista che lui considera questo film una sorta di esercizio di stile e mi sembra di capire che sia proprio così dal tuo post.
Però ho acoltato pareri complessivamente negativi sul film. Ma a quanto pare a te è piaciuto molto.
In effetti a Roma lo fanno in una sala molto attenta alla programmazione artistica ma altrettanto attenta ai film dei Guzzanti e questa cosa è un po sospetta non torvi?
Un saluto.
Rob.
Scritto da: Roberto | 30 ottobre 2006 a 13:21
Io l' ho visto in una sala del "nord" e, anche se non era stracolma, hanno riso tutti moltissimo fino all' ultima battuta.
Scritto da: roy | 30 ottobre 2006 a 14:27
Penso proprio mi piacerà. L'idea secondo me è geniale! Poi ho una passione segreta (?!) per Guzzanti... ;o)
Scritto da: Emanuela | 30 ottobre 2006 a 15:09
anche tu manu??? pure io! quanto vorrei andare al cienma con Rokko Smitherson! ;-)
Rob, non so che dirti della sala romana, anche se fin'ora i film dei Guzzanti sono.. quanti? due forse 3 quindi non ci vedo ancora un complotto, di sicuro la sala apparterra' al circuito di Procacci che li distribuisce..
Per quanto riguarda l'esercizio di stile, probabilmente lo e' ma non e' "un mero esercizio di stile" se capisci cosa intendo..
A me il film e' piaciuto molto anche se qualche difetto glielo riconosco ma di questi tempi in cui la comicita' si limita a battute sulle necessita' basilari del corpo umano (prima del film c'erano i privini di "io te e drupee" o come si chiama) vedere un film che mi fa ridere riflettendo sulla storia e soprattuto senza mai usare una parolaccia, ma anzi lavorando di fino con il linguaggio, beh mi sembra una tale rarita' da accettarla a scatola chiusa.
Scritto da: avaava | 31 ottobre 2006 a 13:08
Eh sì Ava, andare al cinema con Rokko sarebbe un'esperienza totale! ;o)
Scritto da: Emanuela | 31 ottobre 2006 a 15:08
mmh dopo tale recensione mi metti in dubbio. L'avevo escluso a priori perché a dire il vero in tv non m'avevano mai fatto ridere troppo i fascisti extraterrestri... Ma magari al cine la cosa funziona meglio.
Scritto da: Noodles | 31 ottobre 2006 a 16:00
sono passato su cineblogger ... dovresti aggiornare il post.
Un saluto.
Rob.
Scritto da: Roberto | 31 ottobre 2006 a 16:46
noodles, non so che dirti: non avevo seguito il caso Scafroglia in tv, pero' sono sempre stata una fan di Guzzanti, di certo la critica lo sta massacrando e anche i cineblogger non sono tenerissimi
rob come vedi ho aggiornato :-)
Scritto da: ava | 02 novembre 2006 a 13:02
A me il film è piaciuto. Affronta nel modo giusto un periodo storico che oggi nessuno vuol vedere; con la parola "fascismo" che si fatica a pronunciare, che si confonde, che non si riesce a definire, che non si capisce a che tipo di comportamenti fa riferimento.
Sicuramente il più bel film italiano di fantascienza.
Scritto da: dapx | 04 novembre 2006 a 18:39