Rosalinda, figlia del deposto duca, viene scacciata da corte dallo zio che ha usurpato il trono di suo padre. La ragazza, travestitasi da uomo, decide di partire alla volta della foresta di Arden dove il genitore guida una piccola corte; la seguono Celia, figlia del Duca Frederick ma legata da un affetto enorme alla cugina e il giullare di corte, Touchstone. Nella foresta incontrera’ il giovane Orlando di cui si era innamorata a prima vista e sfruttando il suo abbigliamento maschile Rosalinda-Ganimede instaurera’ un gioco amoroso con il suo innamorato, che coinvolgera’ altre coppie...
Brahagh adatta per il grande schermo un’altra opera del Bardo, la quinta per l’esattezza, ma questa volta non gli riesce il gioco di contaminazione tra cultura alta e bassa: il film patinatissimo, si rivela uno sterile esercizio di stile e il gioco amoroso shakeasperiano si perde nella estrema frammentazione del film, che ha anche episodi validi, ma che non riesce mai a legarsi in una storia compatta ed intrigante. C’e’ un tentativo di creare un parallelo tra due storie di fratelli: il duca Frederick che depone il fratello maggiore (entrambi i ruoli sono impersonati da Brian Blessed) e il giovane Orlando privato dei suoi diritti signorili dal fratello maggiore, qualche scena di montaggio alternato tra le due vicende speculari si rivela interessante ma anche questo aspetto della trama si perde tra i mille episodi del film.
Branagh ambienta la vicenda nel Giappone del XIX secolo quando l’impero nipponico si apre all’Occidente e molti mercanti, soprattutto inglesi, vi si trasferiscono con il loro bagaglio di cultura e tradizioni. Il miscuglio di popoli non pesa sulla pellicola, mentre la ricostruzione del mondo orientale (gli esterni son tutti girati in Inghilterra) e’ un po’ folcloristica: in alcuni momenti la foresta sembrava una composizione degna dell’Euroflora.
Ottimo il cast, sia per gli attori di matrice shakeasperiana che per i protagonisti: divertente Molina nei panni del giullare, simpaticamente svanita Romola Garai (Celia) , ma su tutti trionfa la freschezza di Bryce Dallas Howard (la figlia di Ricky Cunningham, per intenderci)
Hai ragione, attori molto bravi, ma mi sono addormentato...:-((
Ciao
Scritto da: roy | 06 settembre 2006 a 20:27
Io ho visto i primi 3 della pentalogia shakespeariana di Branagh (molto rumore per nulla l'ho saltato) e in fondo mi è piaciuto solo il primo, l'Enrico V. Poi le diverse ambientazioni non mi hanno mai convinto: non tradizionali, ma neppure veramente innovative. Secondo me, Branagh non è un grande regista, neanche shakespeariano.
Eppure sono convinto che dall'amleto chiunque riuscirebbe a trarre un capolavoro...
Scritto da: scrittore1815 | 06 settembre 2006 a 23:41
roy non mi stupisce che tu ti sia addormentato.. ;-)
Scrittore, forse bisognerebbe distinguere tra le commedie e le tragedie: ho l'impressione che le seconde solo piu' facili da interpetare, una commedia shakeasperiana mi sembra avere dei sottotesti mica da ridere! A me aveva divertito molto "molto rumore per nulla", per la freschezza, poi forse era la prima volta che si faceva un'operazione di questo genere, "pene 'ìamore perdute" non l'avevo visto ma si parlo' molto bene dellaa contaminazione col musical, quest'ultimo e' indubbiamente spento, al massimo intermittente
Scritto da: ava | 07 settembre 2006 a 13:20
A me il connubio Branagh/Shakespeare ha un po' stufato. Uff! :o)
Scritto da: Emanuela | 07 settembre 2006 a 16:56
ma manu... l'unica tonta che non l'aveva ancora capito ero io? :-(
Scritto da: ava | 08 settembre 2006 a 17:16
Maw... riappaio dopo secoli...
ho visto il film e, pur non essendo un capolavorissimo, mi e' parso sfizioso assai !
E' la figlia di ricky ???? Gasp!!! mis ento vecchissimo :-(....
Miaouwww
Scritto da: Gattalberto | 13 settembre 2006 a 15:56
ciao vecchio randagione, come va? :-)
l'unica cosa veramente sfiziosa del film era Bryce Dallas Howard, purtroppo per quelli come noi per cui il padre sara' sempre ricky cunningham, piu' che il regista ron howard, dimostra quanto velocemente passa il tempo! :-(
Scritto da: ava | 15 settembre 2006 a 13:23