A ottant’anni dalla morte, il mito del grande seduttore, su cui poggia molta dell’immagine del macho latino e’ certamente appannata: oggi nessuna misteriosa dama in nero avra’ portato fiori sulla sua tomba, come avvenne per lungo tempo dopo la sua scomparsa; evento che rpppresento’ il primo caso (e sicuramente il piu’ parossistico) di isteria mediatica. Di tanto in tanto in televisione passa un documentario che mostra le scene del funerale, con una folla impressionante di donne che si accalca attorno alla bara, con svenimenti ed anche suicidi alla notizia della fine prematura del mitico Rudy, causata da una peritonite il 23 agosto 1926.
Rodolfo Alfonzo Raffaelo Pierre Filibert Guglielmi di Valentina d'Antonguolla nacque il 6 maggio 1895 a Castellaneta, in provincia di Taranto, da una famiglia borghese: il padre era veterinario e la madre, di cui era il figlio prediletto, era francese.
Ragazzo ribelle, non porto’ a termine gli studi di agraria e venne espulso da un collegio perugino.
Se ne ando’ a Parigi dove apprese la danza e fu sotto l’ala dello chansonnier Claude Rambeau.
Nel 1913 arrivo’a New York e inizio’ col fare umili lavori per diventare poi “taxi boy”: accompagnatore danzante per le signore sole nei locali da ballo ed anche gigolo’.
Dopo che una delle sue clienti uccise il marito a causa sua, il giovane Rudy si aggrego’ alla compagnia itinerante di di Al Jolson (il famigerato Jazz singer del primo film sonoro) ed arrivo’ ad Hollywood dove ebbe un primo ruolo significativo come comparsa danzante in Alimony del 1917.
La sua carriera non decollo’ subito e per alcuni anni gli fu affidata al parte del vilain losco e crudele. La trasformazione nel prototipo del maschio latino avvenne nel 1921 quando la talent-scout June Mathis lo propose per il ruolo de I quattro cavalieri dell'Apocalisse, questa la versione ufficiale della storia, secondo quella gay (consigliatissima la lettura del bel saggio di GiovanBattista Brambilla, interessante soprattutto per i controversi rapporti tra Valentino e l’Italia, gia’ pienamente fascista all’epoca del suo successo) fu la sua relazione con il regista del film, Rex Ingram a fargli ottenere la parte di Julio che entra in scena ballando uno sfrenato tango che fece subito innamorare milioni di donne.
Successo che divenne definitivo l’anno successivo quando l’attore lascia la Metro Goldwyn e per la Paramount gira Lo sceicco, il film che piu’ di tutti identifica il mito dell’attore come figura sensuale e dal fascino straniero, tanto che l’ultimo film girato da Valentino e proiettato dopo la sua morte, ne era il sequel, Il figlio dello sceicco che vedeva l’attore nel doppio ruolo dello sceicco, padre e figlio.
Ciao Ava!
Ho scaricato il podcast su Bela Lugosi!
Molto carino, complimenti!
L'intro con i Bauhaus (la pronuncia era correttissima :-)) era doveroso e azzeccato!
Spero che in futuro ce ne siano degli altri!
Ciao!
Scritto da: Sunjester | 24 agosto 2006 a 10:57
grazie sunjester! i complimenti da un esperto musicale par tuo sono graditissimi! :-)
Scritto da: ava | 24 agosto 2006 a 15:05
Esperto.....
Parola grossa! :-)
Scritto da: Sunjester | 24 agosto 2006 a 17:29
esperto.. esperto.. non fare il modesto ;-)
Scritto da: ava | 25 agosto 2006 a 18:17
davvero aveva studiato agraria a Perugia? Mica lo sapevo....
Scritto da: nicola moroni | 01 settembre 2006 a 01:02
neppure io, credo di aver trovato la notizia sul saggio che link nel post.. ora ti metterai alla ricerca del famoso collegio, nicola? ;-)
Scritto da: ava | 01 settembre 2006 a 17:29