La parabola del regno napoletano di Gioacchino Murat, messo sul trono di Napoli da Napoleone al posto dei Borboni: i conflitti del Maresciallo di Francia con l’Imperatore perche’ Murat si sogna artefice di un’Italia unita e indipendente si placano quando Bonaparte fugge dall’Elba e Murat e’ il primo a promettergli il suo aiuto: finira’ fucilato con la restaurazione borbonica. Alle vicende della Storia si intrecciano le sorti di Eugenio, nobile napoletano, figlio di un valoroso caduto, che torna nella citta’ natale in convalescenza per una ferita alla testa: la fascinazione di Napoli e la scoperta dell’amore lo portano a rivedere la propria posizione militare e ad intuire la stupidita’ della guerra.
Un film a suo modo affascinante, anche se poco riuscito, perche’ alcuni dei concetti espressi dai protagonisti, (tra questi un bravo Omar Sharif nei panni del nonno d’Eugenio, un principe letterato ed alchimista ormai vecchio e disincantato ma non per questo cinico, dedito alla stesura di un Diario Napoletano) richiamano perfettamente la situazione politica attuale; purtroppo il film si perde nell’eccessiva verbosita’ e in una messinscena eccessivamente teatrale. Anche l’evoluzione del personaggio di Eugenio e’ piuttosto frammentaria, troppo debitrice ad un’immagine romantica del giovane inquieto che passa il suo tempo leggendo su dirupi battuti dai marosi. Il romanticismo diventa invece il punto di forza della bellissima fotografia, mai oleografica. Notevole anche il lavoro di ricostruzione storica dei costumi.
Non posso essere daccordo.
Per quanto mi riguarda Fuoco Su Di Me è senz'altro uno dei più brutti film che abbia mai visto in tutta la mia vita. E gli dò questo titolo senza esitare non tanto per la riuscita (ne ho visti di film ignobili, trash e stupidi nella mia vita) quanto per l'idea di cinema che ne è alla base.
Fuoco Su Di Me propone un'idea di cinema banale, superficiale e fintamente letteraria che poggia unicamente su una presunta altezza dei dialoghi e delle ricostruzioni, quando tutto (dalla recitazione, alle scene, alla fotografia) è della più pessima qualità televisiva.
Se Fuoco Su Di Me non volesse essere un profondo film che riflette sulla storia passata e sulle connesioni con il presente, palesandosi come un'opera d'arte sarebbe solo un brutto film, ma la sua pretesa artistica lo rende insopportabile e brutto nel senso più "profondo" e totale del termine.
Scritto da: gparker | 25 aprile 2006 a 16:31
questa acusa di essere un film molto televisivo l'ho letta da molte parti, io sinceramente non riesco a trovarlo cosi' televisivo, trovo che abbia una sua poetica, arruffata e malafatta ma poetica cmq.. che sia troppo tempo che non guardo una fiction italiana? ;-)
cmq io parlavo dei concetti e non dei dialoghi, a un certo punto Graziella ha praticamente parafrasato i sogni son desider chiusi in fondo al cuor.. :-)
Scritto da: ava | 26 aprile 2006 a 14:23
Si ma quali concetti? Io non ne ho visti. La storia d'amore? Non mi dire ti prego... Era di un pietoso raro... La riflessione storica? Neanche alle elementari!
Non lo so io l'ho proprio odiato con tutte le mie forze.
Boldi e De Sica non ti prendono, anzi non ti prendevano, in giro. Sapevi cosa andavi a vedere.
Scritto da: gparker | 27 aprile 2006 a 19:32
la riflessione storica, ma non nel suo complesso alcune allusioni alle classiche pastette italiane, ma gparker, devo ammettere che non sono in grado di sostenere questa discussione con te: tu sei troppo avvelenato ma soprattutto io non mi ricordo quasi piu' nulla di questa pellicola! ;-) Ribadisco, come impressione non e' stata poi cosi' negativa, pur riconoscendone i tanti difetti..
Scritto da: ava | 28 aprile 2006 a 12:01
lento, lentissimo, scuro, scurissimo. Non c'è il sole. Non è Napoli.
Scritto da: | 12 maggio 2006 a 13:52