La chute de la maison Usher
Francia 1928
con Jean Debucourt, Marguerite Gance, Charles Lamy
regia di Jean Epstein
La rassegna che il Cinema Massimo di Torino dedica a Luis Buñuel, comprende anche il capolavoro di Epstein, a cui il maestro spagnolo collaboro' come aiuto regista.
La pellicola si ispira molto liberamente all'omonimo racconto di Edgar Allan Poe, tanto che c'e' il lieto fine, e come dice una didascalia iniziale il film e' ispirato a motif, elementi delle opere di Poe.
Epstein non e' interessato alle valenze orrorifiche del racconto, ma lo sfrutta per creare un lavoro di alto significato simbolico, una riflessione sulla follia e sull'arte, carico di malinconia, valorizzato dalle tecniche cinematografiche scelte: all'uso della sovrimpressione, molto diffusa nella cinematografia degli anni '20, il regista unisce quello geniale del rallenti che contribuisce a creare un'atmosfera stranita e desolata: i tendoni che svolazzano nei corridoi dove il vento fa turbinare nugoli di foglie secche, gli scaffali che si sfaldano e i libri che cadono sono immagini che si fissano indelebilmente nella memoria dello spettatore.
Sublime.
L'ho rivisto di recente, nella stessa rassegna romana su Bunuel (nel film aiuto regista di Epstein, dal quale fu romproverato e licenziato per aver, don Luis, parlato male di Abel Gange: "Come osa un fessacchiotto come lei parlare così di un grandissimo regista?" ... "Attento, sento in lei delle tendenze surrealiste. Stia lontano da quella gente" - gli risposte Espstein - hehehe!) trasferitasi a Torino, suppongo, ed è, come dici tu, sublime! Le "cose" ... esse vivono, riflessi di inquietudini umane.
Scritto da: Giuseppe | 06 marzo 2006 a 19:18
beh io sono ganciana da sempre: epstein ha fatto bene!
scherzo, ovviamente.. :-)
Scritto da: ava | 07 marzo 2006 a 18:50
Più che un commento vorrei fare una domanda. Di chi è la musica nello straordinario film di Epstein?
Scritto da: CarloMox | 25 luglio 2007 a 18:48