Bluebeard's eighth wife, 1938
con Claudette Colbert, Gary Cooper
regia di Ernst Lubitsch
Nizza: l'incontro fortuito in un grande magazzino segna il colpo di fulmine tra la nobile e squattrinata Nicole e il ricchissimo americano Michael Brandon.
I due decidono di convolare a giuste nozze, ma proprio il giorno della cerimonia la ragazza scopre che il promesso sposo ha gia' sette divorzi alle spalle...
Una commedia considerata minore, del maestro berlinese, scritta da Billy Wilder e Charles Brackett che mette alla berlina il matrimonio, facendo scontrare le assurdita' della concezione europea e di quella americana del vincolo: se Michael Brandon ha sette matrimoni alle spalle e' perche' e un uomo onesto, che non tradirebbe mai la moglie, ma la lascia con un cospicuo vitalizio per passare alla nuova fiamma, mentre il nobile clan dei De Loiselle non esita a organizzare un matrimono d'interesse per risollevare le sorti della famiglia, a patto che sia per sempre.
A Nicole, una spumeggiante Claudette Colbert interprete ideale della smart girl intraprendente, non resta che frustare il desidero del marito per tenerselo il piu' a lungo possibile, facendogli credere di averlo sposato solo per interesse.
Il lieto fine rappresenta la vittoria della figura femminile e avviene dopo che il povero marito e' stato internato in una casa di cura per esaurimento nervoso e per fargli incontrare la moglie e' necessario mettergli la camicia di forza.
Il film ha dei momenti esilaranti che illustrano la lotta tra i sessi: memorabile la scena di seduzione con il marito che fa bere la moglie per poterla sedurre e lei che si divora un cespo di cipolle di cui lui non sopporta l'odore per tenerlo lontano: la scena parte con tono giocoso ma si trasforma in una sarabanda folle dove escono le verita' che si celano dietro ai rapporti d'amore.
Anche la rivisitazione de La Bisbetica domata di Shakespeare e' divertente: il povero Michael prende ad esempio il modello di uomo shakespeariano, di cui ha appena letto, sculacciando la moglie ma questa si difende a graffi e morsi, avendo la meglio; questo episodio del film sottolinea il senso di superiorita' che il clan mitteleuropeo di Lubitsch ha nei confronti dell'America, ricca e pragmatica ma fondamentalmente ingenua e priva di cultura che scambia la vasca da bagno di Luigi XIV per una tinozza da bucato. Del resto all'ingresso del grande magazzino dove inizia il film c'e' un cartello che dice che nel locale si parla inglese, tedesco ed italiano e si capisce l'americano.
e io non l'ho mai visto, porca miseria.
ne le nevi del kilimangiaro c'è ava gardner vero? lo dà rete 4 lunedì alle 16.20.
Scritto da: clos | 13 gennaio 2006 a 21:13
Come al solito i film di cui parli sono sempre molto interessanti.
Il problema e' come trovarli per vederli....:-)
Ciao
Scritto da: royroy | 14 gennaio 2006 a 11:19
hopps...mi e' scappato un roy...:-))
Scritto da: roy | 14 gennaio 2006 a 11:21
Ciao.
KinemaZOne è diventato KinemaZOne 2.0 ed è su kinemazone.blogspot.com o www.kinemazone.com
Scritto da: KinemaZOne | 14 gennaio 2006 a 23:33
gia' aggiornato il link, kinema :-)
ovviamente la fonte e' fuoriorario, gente, se non erro e' passato il 3 dicembre scorso.
Scritto da: ava | 15 gennaio 2006 a 12:02