Francia 1945,
con Arletty, Jean Louis Barrault, Pierre Brasseur, Pierre Renoir, María Casares, Marcel Herrand, Jacques Castelot, Etienne Decroux,
regia di Marcel Carne'
Il mimo Baptiste salva la bella Garance da un accusa di furto, e le trova un lavoro a teatro: tra i due scocca l'amore ma mentre per lei l'amore e' "cosi' facile", lui non riesce a cedere immediatamente alla passione, la ragazza allora si concede a Lemaitre, un altro attore della compagnia. Quando capisce di essere innamorata di Baptiste, Garance rinuncia anche alla corte di un conte, ma per uno scherzo del destino e' costretta a ricorrere alla protezione del nobile per salvarsi dalla galera. Passati alcuni anni Baptiste e Lemaitre sono diventati due grandi del teatro, una sera Lemaitre si reca ai Funamboles per vedere l'ultimo lavoro di Baptiste e in un palco trova Garance che assiste di nascosto allo spettacolo. La donna, che continua a vivere con il conte, confida di essere ancora innamorata del mimo ma di non osare rivelarsi perche' ormai Baptiste e' sposato. Saputo della presenza di Garance in teatro, Baptiste abbandona spettacolo e famiglia, ma consumata una sola notte d'amore i due si perdono tra la folla.
E' uno dei finali piu' belli della storia del cinema a concludere la vita romanzata del mimo Baptiste Deburau e del suo amore per l'equivoca Garance, capolavoro assoluto della coppia Marcel Carne' e Jacques Prevert, e forse anche della cinematografia francese.
Si tratta di un'opera grandiosa sia per la lunghezza (195 minuti divisi in due parti, Le Boulevard du crime e L'homme blanc) che per la la ricostruzione in studio del "Boulevard du Crime" come era chiamato nella seconda meta' dell'ottocento il Boulevard du Temple a Parigi dove sorgevano i teatri di vaudeville. La magnificenza del film risalta ancor piu' se si pensa che e' stato realizzato tra mille difficolta' (economiche e politiche) nel pieno della Seconda Guerra Mondiale.
Alla bellezza formale si unisce l'eccellenza dei dialoghi di Prevert, raffinati e profondi: molte battute potrebbero essere dei perfetti aforismi.
I protagonisti, interpretati da un cast in stato di grazia, sono archetipi dell'ideale amoroso: il romanticismo lunare di Baptiste, la sicurezza nel proprio sentimento di Nathalie, che diventera' sua moglie, l'amore per la liberta' della bella Garance, la gelosia del Conte di Montray, il narcisismo di Lemaitre, mettono in scena la giostra amorosa dove si insegue chi non ci riama e la battuta piu' emblematica e ripetuta e' "perche' non mi ami come ti amo io?".
Il tutto sotto lo sguardo di un nefasto destino, rappresentato dal laido straccivendolo Jerico.
Alla metafora amorosa si unisce l'esaltazione delle forme piu' "basse" dell'arte teatrale, quel vaudeville che ospitera' anche la neonata arte cinematografica: cio' da modo agli autori di sottolineare il rapporto tra realta' e finzione: e' piu' affascinante la rappresentazione della vita che la vita stessa, come indica anche il titolo: gli "enfants du paradis" sono infatti gli spettatori del loggione, il pubblico piu' povero ma piu' sincero (anche se in forma molto blanda, dati i tempi, lo spirito del Fronte Popolare permea comunque quest'opera) e il concetto e' ribadito anche nella scena dell'omicidio del Conte compiuto da Lacenarie che avviene fuori campo mentre la macchina stringe sul volto di Avril, lo scagnozzo di Lacenaire, per leggervi le emozioni dell'evento.
Va reso merito alla Bim di aver messo sul mercato l'edizione integrale del film, praticamente invisibile in Italia dato che dal 1945 gira un'oscena versione dimezzata col taglio di tutte le pantomime che va sotto il nome di Amanti perduti. La schifezza fa parte degli extra del dvd (ho provato a guardarla ma sono contro le sevizie, anche quelle filmiche!) piu' interessanti gli altri extra, interviste a Paolo Mereghetti e a Cristina Bragaglia, docente di Storia e Critica del Cinema all'Universita' di Bologna che inquadrano storicamente e criticamente l'opera.
La versione integrale e' solamente in francese con sottotitoli italiani, e la cosa mi dispiace perche' il monologo di Lacenaire in italiano era davvero interessante nel dare la colpa ai libri della propensione al crimine del perfido anarchico.
e dire che la tua medium più in basso di sevizie ne racconta con dovizia :-)
Scritto da: passim | 04 gennaio 2006 a 23:20
Secondo me la tua recensione a questo film meriterebbe di essere ascoltata in un' aula universitaria...
Ciao :-)
Scritto da: roy | 05 gennaio 2006 a 18:23
questo è uno di quei film di cui ho sempre sentito parlare e che non ho mai visto. sarà colpa di bazin.
Scritto da: abteilung | 07 gennaio 2006 a 13:16
sfotti sfotti roy.. :-)
recupera abteilung, recupera..
Scritto da: ava | 09 gennaio 2006 a 13:44
>.
Bellissima recensione.
Saluti.
http://www.romolocappola.it
Scritto da: Romolo Cappola | 23 dicembre 2018 a 08:10