Tom Stall ha una vita invidiabile: una moglie di cui e’ innamorato, due bei figli e dirige con successo una tavola calda in una citta’ di provincia, un giorno due feroci malviventi entrano nel bar di Tom con l’intento di uccidere, piu’ che rapinare. Tom sventa la rapina e diventa un eroe, osannato dai media. La notorieta’ mette sulle sue tracce alcuni malavitosi di Philadelphia che lo credono un certo Joey Cusak..
La violenza e’ un cancro contagioso che puo’ essere estirpato dal proprio corpo, magari seguendo il motto evangelico ”se il tuo braccio ti e’ occasione di scandalo, taglialo?”
E’ su questo tema che indaga l’ultimo film di Cronenberg, che non nasce come suo progetto personale, ma e’ l’ennesima trasposizione cinematografica di un fumetto, progetto in cui il regista e’ subentrato in corso d’opera.
Ci sono alcune parti del film estremamente interessanti, che maggiormente rispecchiano la teoretica cronenberghiana, tra tutte la trasformazione di Jack, il figlio di Tom Stall che, da mite ragazzo in grado di smontare il bullo della scuola con l’arma dell’ironia, diventa una macchina da guerra per essere all’altezza dell’eroico genitore: un’ottima riflessione sulla violenza come retaggio dell’ambiente familiare/culturale, che nasce dallo spirito di emulazione.
Ma la violenza, sempre esecrabile, fa parte della natura umana ed esercita un fascino notevole come dimostra la seconda scena di sesso tra i coniugi Stall (urge sottolineare che questo e’ uno dei pochissimi film in cui il sesso e’ funzionale alla storia e non un surplus patinato e voyeristico).
C’e’ una caduta di tensione nella scena dell’incontro tra i due fratelli con un William Hurt che gigioneggia troppo nel fare il gangster alla Pulp fiction, mentre il finale aperto attorno al desco familiare e’ notevole con quel silenzio imbarazzato che prelude alla forzata convivenza della famiglia Stall con un “peccato originale” da scontare.
Il film si e’ meritato due nomination ai GoldenGlobe: una lo mette in lizza come miglior film drammatico e l’altra va a Maria Bello, come miglior attrice: di certo turbera’ non pochi sonni con quella tenuta da majorette!
Nulla purtroppo per il sempre ineccepibile Ed Harris, qui in una grande prova
Bella recensione, come al solito, grazie.
Scritto da: mucio | 19 dicembre 2005 a 13:18
Si vede che e' natale!
Io e ava diamo lo stesso voto a due film.
Credo che questo debba essere segnato negli annali della blogosfera.
Scritto da: Fringe | 19 dicembre 2005 a 13:43
già...le scene di sesso vogliono dire qualcosa...miracolo
Scritto da: infamous | 19 dicembre 2005 a 17:05
grazie a te, mucio :-)
aspetto di legger la recenzione prima di natale, fringe, e se collima sara' proprio un grande natale! ;-)
infamous, davvero belle e sensate!
Scritto da: ava | 19 dicembre 2005 a 18:29
william hurt è impresentabile, mi meraviglio di cronenberg che l'ha lasciato fare. a me il film non ha convinto, ma questa è una costante del canadese. il tema trattato mi ha interessato molto, altra costante. l'incipit è superbo, la regia impareggiabile, altra costante.
ma non è un gran bel film, di quelli importanti che ti porti dietro e dentro per anni e anni. altra costante di cronenberg. purtroppo.
Scritto da: clos | 19 dicembre 2005 a 19:11
devo asssssolutamente vedere questo cronenberg prima di essere risucchiato nell'atmosfera buonista del natale...
Scritto da: snorkrom | 19 dicembre 2005 a 21:13
Inizialmente il film non mi aveva convinto, ma poi, ripensandoci, mi sono reso conto che e' un gran film e l' interpretazione di Ed Harris, come dici tu, e' come sepre fantastica.
In effetti leggendo la tua recensione mi sono accorto che il film mi aveva lasciato perplesso a causa dell’ ultima parte dove le scene con William Hurt non mi erano piaciute per niente.
ciao :-)
Scritto da: roy | 20 dicembre 2005 a 11:35
in effetti hai ragione clos, i film di cronenberg non riescono a "farsi ricordare": colpa dell'argomento trattato, ottimo soggetto di rimozione?
mi verrebbe voglia di dirti di tenerlo in serbo per Natale, snorkrom, ma ho paura che poi non lo trovi piu' in sala..
menomale che hai cambiato idea, roy
Scritto da: ava | 21 dicembre 2005 a 13:24
Toh, il commento di Roy ricalca esattamente quello che ho pensato (e scritto) io: "Inizialmente il film non mi aveva convinto, ma poi, ripensandoci, mi sono reso conto che e' un gran film". Però a me l'interpretazione di Hurt è piaciuta: il gigionamento è voluto.
Mi chiedo se tutte le proiezioni si chiudano (come nel cinema in cui l'ho visto io) con le luci che si accendono improvvisamente in sala, con la scena del desco imbandito ancora sullo schermo...
Scritto da: Latifah | 22 dicembre 2005 a 14:30
non so quanto potra' consolarti, Latifah, ma da me le luci si sono accese sui titoli di testa, pero' una cosa simile mi e' capitata con SteamBoy: che nervi! :-I
bello pero' quando un film cresce nel ricordo, no? vuol dire che qualcosa ti ha lasciato..
Scritto da: ava | 22 dicembre 2005 a 17:43
non so ma io ho trovato W. Hurt in forma (sformata, certo) e pure adeguato nella strana e breve galleria di personaggi all'incrocio tra il fumetto, il b-movie e il realismo. E tutto il film un curioso incrocio ironico (che roba strana dalle parti di cronenberg)...quando la materia putrefacente è quasi tutta evaporata e il decotto si incrocia con Lang: molto più lui che non Lynch..la "forma" lynchana è quella che permette di rielaborare il cinema della poverty row senza ricadere in letture di secondo grado, forzosamente...ehm..postmoderne alla Coen, a mio parere. gran lavoro, non vedo l'ora di rivederlo.
Scritto da: LG | 22 dicembre 2005 a 18:09
il richiamo a lang mi piace: bravo!
sai che il pezzo con Hurt mi ha fatto venire in mente Citizen Kane? l'ingresso della villa, i campi lungi con il soffitto, non saprei dire perche' ma mi ricordavano welles.. mah!
Scritto da: ava | 22 dicembre 2005 a 18:26
più che welles a me sono venuti in mente Polonski, Lewis, Siodmak i cui debiti Wellesiani non sono pochi in effetti. Però la presenza langhiana è palpabile - e Hurt mi ricorda il Vince Stone (Lee Marvin) del Grande Caldo.
Scritto da: LG | 23 dicembre 2005 a 11:08
lo sapevo che dovevo confessami con te! mi hai chiarito le impressioni! ;-)
Scritto da: ava | 23 dicembre 2005 a 19:01
ah, ho dimenticato il riferimento fondamentale -anche nei colori, pur essendo in b/n- che è Le catene della colpa, diamine. ci sono inquadrature identiche.
Scritto da: LG | 23 dicembre 2005 a 19:26
maddai? :-O mi piacerebbe fare una visione comparata tourneur/cronenberg
Scritto da: ava | 25 dicembre 2005 a 21:35
ed harris è davvero spiazzante. e quel finale, come ben citavi, è davvero una delle chicche del film. insieme, ovviamente alle due scene di sesso, simbolo geniale della vita passata/celata di prima e quella violenta/reale di ora.
maria bello è una gran figa :D
Scritto da: Noodles | 06 gennaio 2006 a 02:35
Si salvano e lasciano promettere a qualcosa di fantatico i primi 3 minuti dove il montaggio è quasi assente. Per il resto, un film assolutamente inguardabile. La scena di sesso sulle scale fa ridere. La prende a ceffoni e poi si getta su di lei. Lei ci sta, e una volta finito ritorna incazzata. E' assurdo, la gente al cinema rideva!!!!! Ma cos'è?? Una perla di saggezza sullo sciovinismo e sul maschilismo della società occidentale???!!! Questo film (che insulto definirlo tale) è' quanto di più banale, scontato e infantile si possa immaginare. I dialoghi sono assenti, abbondano luoghi comuni, proverbi e perle di saggezza popolare che nemmeno un bambino si sogna di proferire senza arrossire dalla vergogna. La trama è assente, l'intreccio è scontato, gli attori sono uno schifo. Maria Bello "è una gran figa" ???!!! Ma se quando lo va' a prendere in macchina e ride, l'hanno per sbaglio ripresa da lato e si vede che le manca un premolare??!!
Aaltra scena apocalittica....lui scappa alle guardie del corpo e il fratello invece di inseguirlo sgrida una delle guardie sopravvissute!!! e poi, sorpresona per gli spettatori, gli spara!! Ma che stupore, ma che inventiva, che colpo di scena!
E vogliamo parlare del dialogo prima di arrivare alla villa del fratello??? "che bel cancello..." "eh sì...." "tuo fratello ama la vita di lusso..." "eh già..."...porca p...E la figlia? Vogliamo parlare della figlia? Con i capelli tintia 6 anni! E il finale??!! Interminabili sequenze per una scena degna della Casa nella prateria: tutti che si danno da fare per preparare la tavola per il guerrierone che torna da una spedizione che non esisteva! Davvero qualcosa di pessimo. SCHIFO. PATTUME.
Scritto da: notredamned | 07 gennaio 2006 a 12:00