Victor e’ il rampollo di una famiglia di pescivendoli arricchiti, per interesse viene promesso in sposo a Victoria, ultima discendente di una nobile famiglia ormai spiantata, i due giovani si conoscono il giorno delle prove del matrimonio e tra loro e’ amore a prima vista, ma il ragazzo e’ troppo impacciato e rischia di mandare a monte le nozze. Per la vergogna si nasconde nel bosco e provando il suo giuramento matrimoniale infila l’anello in quel che lui crede essere un rametto ma che in realta’ e’ la mano scarnificata di una sposa cadavere cui si ritrova legato suo malgrado..
La bellissima favola narrata da Burton si rifa’ agli inizi della letteratura gotica in epoca vittoriana, c’e’ una perfetta ricostruzione dei personaggi e delle atmosfere: la rigorosa etichetta, il protagonista timido e romantico, l’eroina coraggiosa che lotta per il suo sogno d’amore, la fanciulla sventata che paga con la vita l’illusione di un amore che va contro le convenzioni.
La scenografia e’ gotica nelle forme e nei cupi colori del mondo dei vivi riprende la grande stagione horror degli anni ’30, mentre il mondo dei trapassati ha i colori acidi degli horror che Roger Corman giro’ con Vincent Price.
Quello che rende il film un capolavoro assoluto e’ il passo avanti che Burton compie nella sua poetica: se e’ tenero il momento in cui grazie al regalo di Emily, la sposa cadavere, Victor ritrova il cane con cui giocava nell’infanzia (tema molto caro a Burton ed argomento del suo primo cortometraggio Frankeweenie) e’ assolutamente geniale il momento in cui i morti, tornati sulla terra si confrontano coi vivi e quello che dovrebbe essere un’occasione di terrore si trasforma in una festa con bambini che ritrovano i nonni e vecchie signore rinsecchite che rincontrano il grande amore sulle note di Via col vento, ma del resto come e’ possibile aver paura di quelli che fino a poco tempo prima erano i nostri cari?
Qui torna la riflessione sulla letteratura del terrore che se nel nostro secolo e’ stata dominata dalle nostre ansie e paure, nell’eta’ vittoriana nasce come risposta alle repressione delle passioni: quanti sono i reventans e le donne di Poe ritornate o resuscitate per troppo amore?
Notevole anche la qualita’ della tecnica a passo uno: la bellissima sposa cadavere si muove con un passo da mannequin, la mobilita’ dei volti dei pupazzi ha davo vita a personaggi buffissimi come il saggio Gutknecht: un vecchio scheletro dalle mandibole consunte e un lungo lichene come barba.
Passabile il doppiaggio italiano, per cui sono state usate le voci che normalmente doppiano gli attori che nella versione originale danno voce ai personaggi del film, per lo meno questa volta c'e' stato risparmiato lo scempio di qualche comico.
sai qualcosa della lavorazione su N di Virzì?
ciao, buonaparte
Scritto da: buonaparte | 04 novembre 2005 a 13:52
l'ho visto ieri sera. davvero splendido. più bello della fabbrica. hai ragione, i riferimenti ad altre creature burtoniane e altri suoi mondi sono piene. la società simil vittoriana della fiaba mi ricordava tantissimo le atmosfere di sleepy hollow (anche per i colori lividi e bluastri).
Scritto da: Noodles | 04 novembre 2005 a 13:59
Questo post lo leggo quando avrò visto il film (prestissimo). :o)
Scritto da: Emanuela | 04 novembre 2005 a 18:40
manu fila al cinema! ;-)
ci devo pensare noodles, l'atmosfera di Sleepy hollow, me la ricordo + orrorifica.. :-/
non so piu' niente di N, boney, presumo proceda senza intoppi
Scritto da: ava | 04 novembre 2005 a 19:35
Ciao carissima, è da un bel po' che non ci si sente....
Bazzichi ancora dalle mie parti?
Il tuo Blog continua ad essere FONDAMENTALE!
Cheers!
Scritto da: Sunjester | 05 novembre 2005 a 14:50
proprio su Burton non andiamo d'accordo, a parte le considerazioni sul dato tecnico su cui è difficile non assentire -anche se alcune animazioni digitali 3d come il cagnolino e forse pure gutneckt non mi hanno convinto del tutto, insomma, rimane ben poco d'altro, il consueto imaginario burtoniano -anche se ben caratterizzato- al seguito di una storiella blanda, comune, consolatoria fino ad essere barbosa. Le poche gag e il modo sbrigativo con cui i personaggi si sviluppano e spariscono è stata una delle cose più deludenti e per dire- le due cose si accoppiano una sola volta con efficacia nella scena dell'incontro tra vivi e defunti, quello sì riuscito e veramente bellissimo.
Scritto da: LG | 06 novembre 2005 a 15:18
ciao caro sunjester! passai e sbalordii' per il cambio di personalita', vabbe' che parlo di cinema, o forse proprio per questo, finisce che ci credo, io! :-)
LG sto pensando ai punti dove la la storia puo' esser blanda o consolatoria, ma da vera burtoniana doc non mi vengono in mente! :-)
Credo che l'incontro tra i vivi ed i defunti sia il nucleo del film e tutto sia in sua funzione, certo se poi la pellicola durava 15 minuti in piu' io non mi lamentavo di certo!
Scritto da: ava | 07 novembre 2005 a 13:07
ne ha parlato anche Garnant....sarei curioso di sentire il tuo parere...(il mio lo troverai lì)...
Scritto da: spider | 07 novembre 2005 a 23:52
garnat l'ho gai' letta spider, questo post e' il mio parere.. :-)
Scritto da: ava | 08 novembre 2005 a 18:14
..ah!.... :)...ok...
Scritto da: spider | 11 novembre 2005 a 17:22
:-)))
Scritto da: ava | 11 novembre 2005 a 19:15
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Scritto da: Henriko | 24 novembre 2005 a 14:42
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