Sergio si stabilisce abusivamente in un soffitta di San Salvario, ed entra in contatto con la comunita’ multietnica del quartiere, innamorandosi anche di Judy, ex prostituta nigeriana che ora sfrutta la sorella Jennifer. Assieme alla fidanzata e a Badu, un amico musicista, Sergio inventa un canale televisivo fittizio, The Black Soul Channel, allo scopo di realizzare filmati da spedire alle famiglie dagli emigrati per attestare il successo ottenuto in Italia.
Interessante opera prima del documentarista Enrico Verra, da sempre molto attento ai problemi delle periferie torinesi e proprio da un documentario sul difficile quartiere nasce l’idea di questo film che illustra i diversi aspetti della realta’ multietnica di San Salvario, dal controverso legame tra le due sorelle nigeriane che sfocera' in tragedia, alla distinzione morale che gli arabi fanno con il denaro guadagnato legalmente, quindi degno di essere mandato alla famiglia e quello “sporco”, guadagnato attraverso lo spaccio.
L’astensione di giudizio sul composito mondo di San Salvario si riflette anche sull’uso del media televisivo: da un lato le cassette sono utilizzate per dimostrare la propria riuscita nel mondo occidentale, provocando pero’ un aumento delle richieste economiche di chi e’ rimasto nella terra d’origine, dall’altro viene anche mostrato il potere critico del mezzo per cui se la prima realizzazione di The Black Soul Channel e’ Miss Nigeria in Italia, cioe’ il sogno di una realta’ irraggiungibile, GhettoChic dimostra gia’ una presa di coscienza, anche se giocosa, della propria situazione, l’avventura televisiva finisce con Maroc’n’roll sarcastico festeggiamento del diciottesimo anno d’eta’ che per il giovane immigrato significa la fine dei diritti legati all’infanzia e l’espulsione immediata per qualunque infrazione della legge.
Ho visto il film una settimana fa, nei giorni in cui e’ stata ufficializzata la nomina di Private come rappresentante italiano agli Oscar. Non ho visto il film di Saverio Costanzo, soprattutto per i problemi di cui parlo nel post precedente ma anche per un pizzico di pregiudizio, non lo nego.
Di certo e’ curioso che due opere prime di due documentaristi abbiano un percorso cosi’ diverso:
Sotto il sole nero continuera’ la sua distribuzione nei cineforum senza neppure una locandina a pubblicizzarlo e Private dopo aver vinto a Locarno arrivera’ fino ad Hollywood. Al di la’ delle differenze di qualita’, magari anche notevoli che potrebbero esserci (ma non credo ci siano) tra i due film, mi risulta molto difficile seguire il consiglio della saggia EmanuelaZini e non credere che il fattore ”C” abbia spianato la strada a Private molto piu’ di quel che consente la naturale curiosita’ verso il lavoro di un figlio d’arte.
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