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21 ottobre 2005

Commenti

Invidia! :o) Dev'essere stata una visione interessante. Di Pastrone ricordo di aver visto "Cabiria", meraviglioso. Ciao!

Pregevole anche il remake di Andrea Camerini (http://www.grezzofilm.com/video/storia.mov della GrezzoFilm (www.grezzofilm.com)

si kinema, molto carino! anche se.. non e' esattamente la stessa cosa! ;-)

moooooolto interessante, manu! :-)

Ne parlavo tempo fa... Recupero con un copia incolla.

Non amo Pastrone, ne riconosco il valore per quanto riguarda le tecniche innovative - l’invenzione della carrellata - ma per me la sua messinscena è faraonica (dannunziesca, e parlo di Cabiria, La caduta di Troia non lo conosco) un po’ tronfia, nata per stupire la borghesia italiana post-ottocentesca e pre-fascistica che preparava la prima guerra… D’altra parte, nel periodo aureo del muto, il cinema d’autore, che non poteva avere memoria storica e molto terreno vergine da esplorare, in pieno divenire, mai avrebbe potuto rinunciare alla sperimentazione e all’innovazione, delle tecniche ma anche dei contenuti. Diventa pertanto difficile, suppongo, formulare graduatorie e stabilire chi fu il primo a realizzare quella particolare tecnica, individuare e circoscrivere in maniera netta ed esatta meriti e primogeniture; la mitologia non è una materia esatta… Resto quindi personalmente dell’avviso che fu Griffith (che indubbiamente si ispirò a Pastrone), con Nascita di una Nazione, del 1915 (ma anche prima, qualcuno parla del 1908), appena un anno dopo Cabiria, molto prima dei mitici registi europei ed orientali, dei formalisti russi, ecc, ad inventare l'immagine “fotogenica”, dunque il cinema “moderno”, la settima arte, avvalendosi di tecniche nuovissime di zecca, inedite, rivoluzionarie:il carrello, il piano americano, il flashback, la mdp mobile, ecc., di uno stile asciutto e rigoroso (contenuti reazionari a parte...), di un’estetica compiuta, capace di imprimere all'espressione un afflato autenticamente poetico e metafilmico. Cose di cui si priva, a mio modesto avviso, l’opera di Pastrone che giudico retorica, artefatta, pomposa, a-poetica. Griffith ebbe modo di confermare in seguito il suo genio, soprattutto con Giglio Infranto del 1919; di Pastrone invece, dopo Cabiria, non se ne seppe più nulla. Lungi da me la pretesa di voler stabilire verità assolute, sono disposto a trattare... ;-) Hola!

il tuo discorso e' molto acuto, giuseppe, e meriterebbe veramente una discussione piu' che approfondita, patteggiamo dicendo che griffith e'il padre dell'immagine moderna, mi viene sempre in mente the musketeer of pig alley (http://www.desordre.biz/2005/03/the_musketeer_o.html) e forse l'immagine e l'immaginario moderno non poteva nascere che dall'altra parte dell'oceano: pastrone come dici tu e' schiavo di un gusto ridondante tipico dell'epoca ma anche e soprattutto schiavo di una tradizione artistica schiacciante (rinascimento e arte classica in primis) di cui la nascente settima arte si poteva liberare solo mettendo un'oceano di mezzo

Il link non si apre, comunque si, patteggio e concordo con te.., ci voleva lo sguardo "vergine", non ancora sovrastrutturato, dell'uomo d'oltreoceano per imprimere impulso creativo ad un'arte, vergine, che stava emettendo i suoi primi vagiti. Affrontai tempo fa questo argomento, e la tua opinione coincide con quella di Luis Bunuel, il quale, nel 1927, in maniera come sempre anche un po' "provocatoria", affermò:

"A me pare che l’arte cinematografica sia congeniale ai popoli nordici mentre che a noi latini, carichi di tradizione, di misticismo, di cultura, di estasi – recettori sensibili di altre forme d’arte – siamo impotenti ad assimilare quella del cinema. Ogni nostro tentativo conferma ancora di più la superiorità dei popoli nuovi su di noi.
E’ stata molto criticata la trivialità dei film americani in genere. Eppure uno qualunque di essi, anche il più modesto, racchiude sempre un particolare ingenuamente primitivo, un’attrattiva integralmente fotogenica, un ritmo assolutamente cinematografico.
Gli americani ci fanno vedere l’essenza del dramma - che è secondario – e quando scoprono qualcosa di nuovo, non ne abusano mai. Non lo esibiscono in modo esagerato perché sono portati per istinto a superare se stessi di continuo.
E’ indiscutibile che possiedono il senso del cinema in grado moto più elevato di noi."

Dubito però che il Maestro, potendo.., direbbe le stesse cose sull'odierno cinema americano.

Ciao!


wow..onorata di pensarla come il Maestro! ;-)
per il cinema moderno ti rimando a questo post di abteilung sperando che il link funga!
http://rotta-di-collisione.splinder.com/post/6019642

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