Nella metropolitana di Budapest, un killer si diverte a spingere la gente sotto i treni, rendendo ancora piu’ stressante la vita dei controllori che hanno gia’ le loro difficolta’ nel controllare biglietti ed abbonamenti, in particolare la squadra scalcagnata di Bulcsú..
Opera prima ungherese, di grande successo ai festival, che finalmente arriva nei nostri cinema (il film e’ datato 2003).
Latita il divertito e dissacrante surrealismo dell’arte dell’Est Europa (dai romanzi di Bulgakov ai film di Kusturica) che forse rimane nello strambo personaggio della fanciulla di cui il protagonista di innamora, perennemente abbigliata con un costume da orso, purtroppo la perdita e’ in favore dello stile à l’americaine portato avanti da Luc Besson, fatto di ritmi veloci e battute imbecilli, scenette ridicole piu’ che bizzarre che non escono mai dal bozzetto, condite da elementi falsamente splatter: ci si sofferma piu’ sul vomito che sui resti delle vittime.
Un‘occasione perduta perche’ l’ambientazione, valorizzata da un’ottima fotografia, era interessante, tutta racchiusa nei sotterranei della metropolitana: dalle pensiline ai cunicoli piu’ nascosti, dal deposito treni, alle corse sulle rotaie inseguiti da un treno in arrivo.
La figura del protagonista avrebbe sicuramente meritato un maggior studio psicologico che lasciasse intuire maggiormente il perche’ un professionista abbandona una promettente carriera di architetto e sceglie di vivere come un barbone in metropolitana, dalla quale si rifiuta di uscire per mesi: oltre che rendere piu’ comprensibile il thriller (reale o psicologico?) avrebbe reso meno semplicistico il lieto fine, invece il regista furbescamente si lascia aperte tutte le vie e nel film ognuno vede quel che vuole...
Benche’ i due film non abbiamo nulla in comune, ci sono alcune somiglianze con Collateral: l’eterno movimento delle scale mobili, la ricerca del colpevole durante il rave, l’incontro con l’animale totemico che nel film di Mann era un coyote e qui e’ un rapace notturno.
Sconsigliatissimo a chi ama I guerrieri della notte, nonostante qualche tentativo di accostare i due film.
un professionista abbandona una promettente carriera di architetto e sceglie di vivere come un barbone in metropolitana
...mi ricorda qualcosa...solo che io mi sa che non lo faro' per "scelta"...
ciao bella
Scritto da: spider | 24 ottobre 2005 a 12:22
barbun si ma questo cmq lavorava come controllore, ricordatelo! :-)
Scritto da: ava | 24 ottobre 2005 a 12:33
uhm, seems interesting... saluti all'inerme tenutaria.
Scritto da: abteilung | 24 ottobre 2005 a 15:42
in pochissimo tempo sono usciti in italia due film ambientati in metropolitana ma prodotti in realtà ben più di anno fa. tra creep e kontroll ho sempre pensato che almeno il secondo sarebbe stato imperdibile, visto che death line, un film che già negli anni '70 aveva ambientato tutto quanto nei tunnel dei treni sottorranei mi era piaciuto parecchio, ma la cui storia era rimasta un genere abbandonato per tantissimi anni. e invece..
poco male, tanto qua nemmeno è stato distribuito.
Scritto da: claudio | 24 ottobre 2005 a 17:01
ciao abteilung, si il film e' interessante ma non riuscito, secondo me..
clos c'era anche sugarbaby con Marianne Sagebrecht che aveva una bella ambientazione metropolitana, anche se parziale..
secondo me ce la fai a metter le zampe su kontroll.. :-)
Scritto da: ava | 25 ottobre 2005 a 13:41