L'analisi del tempo parte dal XVII secolo perche' e' in quel periodo che sotto la spinta della nascente scienza moderna e della controriforma si sviluppa l'idea di tempo quale inalienabile motore dell'esistenza umana che conosciamo ancora oggi.
Il concetto e' reso molto bene nella seconda sezione espositiva, "Vanitas" dove accanto al Ritratto di un medico, di Fede Galizia, austero uomo in nero che reca in mano un teschio, c'e la polaroid di Wharol Autoritratto con teschio del 1978 che riporpone la stessa costruzione figurativa e l'elaborazione del tema torna nell'opera seguente, il celebre Self Portrait (1988) di Robert Mapplethorpe dove il fotografo, ormai prossimo alla morte, brandisce un bastone da passeggio il cui pomello e' un teschio, che sta in primo piano rispetto al volto dell'autore.
Non manca un sezione dedicata agli strumenti per misurare il tempo, dalle clessidre (particolarissimi i modelli in bachelite o vetro del XX secolo) alla collezione artistica Swatch che nasce nel 1985, passando ai calendari tra cui spicca una stampa litografica del Calendario Rivoluzionario francese che appassionera' molto gli amanti della storia; ma gli strumenti per misurare il tempo possono essere a loro volta rivisitati artisticamente: gli orologi allora divengono danzerini e le lancette si muovono a tempo di musica nel Temps/Danse di Charles Dreyfus mentre i biglietti augurali dell'anno nuovo creati da Boetti utilizzano i foglietti del calendario dell'anno precedente.
La sezione dedicata la tema della giovinezza e della vecchiaia presenta una chicca per i cinefili, due ritratti firmati da Herb Ritts: se la giovinezza e' rappresentata dal sognante profilo di una giovanissima Drew Barrymore (l'opera e' del 1993) il ritratto di Liz Taylor del 1997 che dovrebbe rappresentare la vecchiaia non ha nulla della laidezza che nell'arte classica si attribuisce a questa eta' femminile, piuttosto il suo bellissimo ed altero profilo ricorda la medaglionistica rinascimentale attribuendo alla diva la grandiosita' di un sovrano o di un condottiero.
La mostra non manca di prendere in considerazione l'effetto che il tempo produce sul fisico umano: accanto a opere d'avanguardia che arrivano a studiare maniacalmente la pelle umana, c'e' una sezione di autoritratti di Rembrandt che fu sempre ossessionato dal cambiamento che il tempo imprimeva al suo volto, tre opere di De Chirico dimostrano come il maestro della metafisica avesse la medesima ostinazione.
Di certo, tra le innumerevoli opere esposte quella che colpisce maggiormente gli spettatori e' una video istallazione di Muzzolini: il giovane artista lavora sulle tagliole decontestualizzando la funzione crudele dell'oggetto, immergendolo in acqua e facendolo congelare, poi l'autore filma il processo di scongelamento e lo spettatore che assiste alla performance scandita dal suono di una goccia che cade, viene coinvolto dall'evento prima cercando di intuire quale sia l'oggetto nascosto dal ghiaccio e poi cercando di prevedere il momento in cui la tagliola scattera', ma come sempre il tempo e' imprevedibile e prosegue inesorabile al dila' delle nostre previsioni.
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