Saimir, e’ un adolescente albanese immigrato
sul litorale laziale e per vivere aiuta il padre nel trasporto di altri
immigrati clandestini. Le sue speranze di una vita normale si
infrangono quando il padre si presta per trasportare una giovanissima
immigrata russa al luogo dove verra’ avviata alla prostituzione.
Si fa largo nella programmazione selvaggia di questa estate
cinematografica un piccolo gioiello, premiato all’ultimo festival di
Venezia come miglior opera prima.
La sospensione di giudizio sui vari personaggi che Saimir incontra
sulla sua strada permette di illustrare chiaramente l’impasse
sociopolitica che vive l’Italia sul tema dell’immigrazione, realta’
terribile che regolarmente fingiamo di non vedere.
Toccante la scena in cui il bambino di Pristina, destinato con la
sua famiglia ad essere sfruttato da imprenditori agricoli senza
scrupoli, chiede come sia l’Italia, con gli occhi luccicanti di
speranza; l’espressione chiusa e silente di Saimir gli fara’ capire che
per lui non cambiera’ nulla: la disperazione l’ha seguito fin qui.
Saimir sogna l’integrazione e cerca di stringere una relazione con
Michela, una coetanea italiana ma l’amore finisce presto per
l’impossibilita’ di comprensione tra due mondi cosi’ lontani: lui si
unisce ad una banda di ragazzi zingari che ruba nelle ville per poter
racimolare i soldi per regalarle una collana costosissima e
manifestarle cosi’ i suoi sentimenti, ma a Michela hanno insegnato
(giustamente) che rubare e’ sbagliato e non puo’ capire che per
qualcuno significhi la sopravvivenza.
Il furto nella villa e’ uno dei momenti piu' belli del film, con i
ragazzi che arraffano tutto quello che trovano al dila’ del valore e la
loro ingenuita’ e’ testimoniata dallo stupore di trovarsi in un luogo
cosi’ bello, quasi irreale per loro, ma all’euforia che culmina nel
liberatorio tuffo in piscina si contrappone la spartizione del bottino
nelle squallide roulotte degli zingari; il furto rendera’ 200 euri, 40
a testa per ogni componente della banda.
Alle varie avventure di Saimir fa da contrappunto il rapporto
conflittuale con il padre, Edmond, che rappresenta tutta la sua
famiglia (della madre resta solo una foto): per l’adulto il compromesso
e’ l’unica via per la sopravvivenza mentre il ragazzo nutre ancora il
desiderio di una vita normale, quando Edmond si presta, malvolentieri,
al trasporto della minorenne russa convinta di andare a Milano e invece
diretta ad una squallida casa dove verra’ stuprata, la rabbia di Saimir
esplode ed anche il finale aperto lascia poco spazio alla speranza.
il sito del film
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#1 08 Luglio 2005 - 13:57
Bello. Uno di quei film che una volta si definivano "necessari", usando un'espressione così poco chiara. In questo caso la "necessità" del film risiede nel fatto che bisogna insistere a fare film poetici e minimalisti, anche a costo di soccombere nella spietatezza della concorrenza dei film estivi. Mi sa che molti lo dovranno vedere in Home Video.
Io l'ho visto all'Ischia Film Festival, dove è stato anche premiato come miglior film italiano.
Ciao
carcavallo
#2 08 Luglio 2005 - 15:18
parole sante , carcavallo..
pensa che il film e' uscito nelle sale il 29 aprile e qui e' arrivato solo questa settimana e oggi e' gia' sparito.. :-/
fortunatamente ha avuto un bel percorso nei vari festival facendo incetta di premi
Avag
#3 08 Luglio 2005 - 17:03
pensa che qui nemmeno è arrivato.
claudio
#4 08 Luglio 2005 - 19:54
mah, pardon ma non mi ispira. non so se qui è arrivato.
mutewinter
#5 09 Luglio 2005 - 10:23
Un film bellissimo e utile.
Una recensione ancora piu' bella.
Ciao roy
#6 09 Luglio 2005 - 12:15
grazie roy :-)
clos, mi dispiaccio ma non mi stupisco..
:-/
mute, sei libero di farti ispirare da quel che vuoi.. :-)
Avag
#7 10 Luglio 2005 - 18:54
ho dato il massimo dei voti al tuo sito, ora scrivimi qualcosa di nuovo, please.
mutewinter
#8 11 Luglio 2005 - 11:42
?????
cos'e' 'sta frase sibillina?
Avag
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Scritto da: | 28 luglio 2005 a 18:18