Jae-yeong e’ una ragazzina che per pagarsi un viaggio in Europa si prostituisce , con l’ aiuto dell’amica Yeo-Jin che le fissa gli appuntamenti e le tiene la contabilita’. Quando muore per sfuggire ad una retata della polizia, Yeo-Jin decide di rincontrare tutti gli uomini a cui l’amica si e’ data per restituire loro i soldi ma il padre scopre la doppia vita della figlia..
Lavoro antecedente al bellissimo Ferro 3, La samaritana ha la stessa perfezione stilistica, caratteristica del regista sudcoreano, ma un plot molto piu’ complesso che analizza temi scabrosi con un raro equilibrio di delicatezza e ludidita’.
Il film e’ diviso in tre parti: Vasumitra, Samaria e Sonata, la prima, delicata ed innocente, vede l’attuazione del piano, innegabilmente immorale, delle due ragazze ma Jae-yeong si prostituisce con una grazia tale da far venire in mente “l’amor sacro e l’amor profano” della Bocca di rose di De Andre’ ed infatti la Vasumitra che da il nome al primo episodio era una prostituta indiana che induceva i suoi clienti ad abbracciare il buddismo solo con la perfezione del suo atto sessuale. Ogni segmento e’ scandito anche da un breve apologo di matrice cattolica che il padre di Yeo-Jin e’ solito raccontare alla figlia ed il secondo narra di tre pastorelli a cui appare la Madonna che rivela loro la fine del mondo , lo shock della visione e’ tale che i tre fanciulli cadono svenuti: uno sbalordimento simile prova il padre di Yeo-Jin quando scopre che la figlia appena adolescente frequenta uomini molto piu’ vecchi: la segue, cercando di impedire i rapporti e perseguitando gli uomini che sono stati con lei. In questa seconda parte il film si trasforma in un fosco melodramma anche per lo spettatore che improvvisamente intuisce che quello a cui aveva assistito fino ad ora come un “gioco” rasenta la pedofilia.
La scissione tra femminile e maschile, tra logos e pathos, l’eterna dualita’ del mondo trova una dolonte ricomposizione nel toccante finale ambientato in una maestosa natura che fino a quel punto il regista ci aveva mostrato superba ma imbrigliata nel cemento della metropoli .
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